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Piani di emergenza, Sicilia maglia nera e la protezione civile bacchetta i Comuni

PALERMO. È “inaccettabile” che solo la metà dei Comuni siciliani abbia approvato un piano di sicurezza da mettere in pratica in caso di emergenza e calamità, mentre la media nazionale è dell’80 per cento. È inaccettabile perché “lo scopo è quello di preservare sia l’integrità della vita e dei beni fondamentali della persona”.

È l’atto d’accusa del capo della Protezione civile siciliana, Calogero Foti, che con una nota datata 28 ottobre ha scritto a sindaci, prefetture e Liberi consorzi chiedendo di approvare questi strumenti con urgenza “per ridurre al minimo i possibili effetti legati a eventi calamitosi”.

Insomma, neanche la paura per gli ultimi terremoti ha spinto i sindaci ad adeguarsi. Solo pochi giorni fa un articolo pubblicato su Gds.it raccontava come la Sicilia sia rimasta maglia nera nel rispetto delle regole sulla sicurezza nei Comuni in caso di emergenza. Se la situazione negli ultimi mesi in altre regioni è migliorata, nell’Isola su 390 enti locali solo 190 hanno adottato un “piano di protezione civile”.

Questo strumento serve a individuare ad esempio possibili vie di fuga sul territorio comunale, oppure luoghi sicuri di raccolta della popolazione in caso di pericolo, o aree idonee per organizzare il campo aiuti oppure serve a dare indicazioni sulla presenza di disabili, scuole e centri con anziani da mettere subito al sicuro. Il piano è utile anche in caso di intervento di volontari di altre regioni, perché fornisce informazioni utili su come muoversi sul territorio.

A livello nazionale la Protezione civile nazionale ha aggiornato i dati lo scorso 12 ottobre ed è emerso come in Sicilia siano in regola solo il 49 per cento dei sindaci contro l’80 per cento della media nazionale. Gli ultimi dati, relativi al settembre 2015, vedevano la media nazionale ferma al 77 per cento. Dunque un miglioramento c’è stato. Ad esempio nel Lazio, una delle regioni con le peggiori performance, si è passati da 153 Comuni in regola a 249, un’incidenza salita dal 40% al 66%. Oppure in Emilia si è passati dall’86 per cento dei Comuni in regola al 96 per cento.

A fare compagnia alla Sicilia c’è la Campania con 214 Comuni in regola su 551, pari al 39%, anche se la Protezione civile segnala che “la Regione Campania ha fornito i soli dati relativi al numero dei Comuni e dovrà integrare le informazioni trasmettendo anche l’elenco”. Insomma, anche in questo caso qualcosa si muove mentre la Sicilia resta maglia nera.

“Il dipartimento della Protezione civile della Presidenza del Consiglio dei ministri – scrive  Foti – ha richiesto alle Regioni di collaborare procedendo alla verifica dei piani e al superamento delle criticità promuovendo iniziative a supporto dei Comuni inadempienti”. Foti segnala quindi che “le attività di protezione ci vile sono svolte secondo principi di difesa passiva e, pertanto, la redazione dei piani assume carattere prioritario” .

Foti ha chiesto anche di “aggiornare i piani già redatti tenendo conto delle modifiche dell’assetto territoriali” e ha chiesto di indicare “le risorse disponibili, i soggetti che concorrono alle gestione dell’emergenza, gli scenari possibili”, il tutto modellato su “situazioni verosimili”, dunque escludendo scenari estremi ipotizzati da alcuni Comuni che si sono preparati persino alla caduta di un meteorite”

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