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Piani di emergenza, in Sicilia solo la metà dei Comuni in regola

PALERMO. Nemmeno la paura per il terremoto del Centro Italia ha avuto effetti. La Sicilia resta maglia nera nel rispetto delle regole sulla sicurezza nei Comuni in caso di emergenza.

Se la situazione negli ultimi mesi altrove è migliorata, nell’Isola su 390 enti locali solo 190 hanno adottato un “piano di protezione civile”, strumento utile a individuare ad esempio possibili vie di fuga, luoghi sicuri di raccolta della popolazione in caso di pericolo, aree idonee per organizzare il campo aiuti oppure indicazioni sulla presenza di disabili, o oppure scuole e centri con anziani da mettere subito al sicuro.

Lo strumento è utile anche in caso di intervento di volontari di altre regioni, perché fornisce informazioni utili su come muoversi sul territorio.

La Protezione civile nazionale ha aggiornato i dati lo scorso 12 ottobre ed è emerso come in Sicilia siano in regola solo il 49 per cento dei sindaci contro l’80 per cento della media nazionale. Gli ultimi dati, relativi al settembre 2015, vedevano la media nazionale ferma al 77 per cento. Dunque un miglioramento c’è stato. Ad esempio nel Lazio, una delle regioni con le peggiori performance, si è passati da 153 Comuni in regola a 249, un’incidenza salita dal 40% al 66%.

Oppure in Emilia si è passati dall’86 per cento dei Comuni in regola al 96 per cento. A fare compagnia alla Sicilia c’è la Campania con 214 Comuni in regola su 551, pari al 39%, anche se la Protezione civile segnala che “la Regione Campania ha fornito i soli dati relativi al numero dei Comuni e dovrà integrare le informazioni trasmettendo anche l’elenco”. Insomma, anche in questo caso qualcosa si muove.

“In totale – segnala il governo nazionale - dei 7.954 Comuni delle Regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Provincia Autonoma di Trento, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Umbria, Veneto, Valle d’Aosta, l'80%, pari a 6.377 Comuni, dispone di un piano di emergenza”.

Tutto fermo invece in Sicilia, che secondo i dati del dipartimento resta fanalino di coda in un contesto dove ormai quasi tutte le regioni sfiorano il 100 per cento dei Comuni in regola. Friuli, Abruzzo, Basilicata, Marche, Molise,Puglia, Umbria: sono ormai pochissimi i sindaci che devono mettere a punto il piano di sicurezza.

Nell’Isola tra le situazioni più critiche c’è quella della provincia di Palermo con 35 Comuni su 82 in regola. Male anche il Siracusano con 8 su 21 e il Nisseno con 10 Comuni su 22 dotati di un piano di sicurezza. Bene solo la provincia di Trapani, dove su 24 Comuni ben 20 hanno approvato questo strumento utile a evitare il panico e agire in sicurezza in caso di calamità naturali.

Sui ritardi dei Comuni interviene Paolo Amenta, vicepresidente dell'Anci Sicilia, l'associazione dei sindaci: "Probabilmente ci sono delle responsabilità dei singoli amministratori - dice - ma molto più credo che spetti alla Regione coordinare e incentivare la realizzazione dei piani. Dovrebbe partire una campagna serie di promozione per aiutare i sindaci che già si trovano in mezzo a tantissime difficoltà di varia natura. Si tratta comunque di uno strumento di cui ogni sindaco dovrebbe dotarsi invece di ricordarsene solo quando accadono i disastri. Serve una collaborazione strategica tra il dipartimento della Protezione civile e i sindaci per dare tempi ben precisi e monitorare l'andamento dei piani. Sarebbe un grande segno di civiltà e attenzione verso la sicurezza dei cittadini".

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