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Tagli posti letto, ultimatum da Roma
Gucciardi: salveremo piccole strutture

Il nodo più spinoso riguarda i piccoli ospedali di Ribera, Mazzarino, Giarre, Leonforte, Barcellona Pozzo di Gotto, Scicli e Salemi

PALERMO. Sette piccoli ospedali che rischiano di dover essere chiusi, il ruolo delle cliniche private minori da ridefinire e una serie di errori sulla quantificazione dei posti letto e dei reparti da correggere al più presto. La lettera con cui il ministero della Salute ha sollevato una valanga di rilievi sul piano di riordino della rete ospedaliera costringerà l’assessorato alla Sanità a delicatissime operazioni.

Il nodo più spinoso riguarda i piccoli ospedali di Ribera, Mazzarino, Giarre, Leonforte, Barcellona Pozzo di Gotto, Scicli e Salemi. Secondo il ministero nel piano con cui la Regione a gennaio ha riscritto la mappa di reparti e posti letto in tutta la Sicilia andava prevista la chiusura di queste strutture che contano 258 posti letto: «Ribadiamo le perplessità - scrive il ministero - sulla scelta di mantenere posti letto per post-acuti in presidi da riconvertire. Perchè i bassi volumi di attività, oltre a causare elevati livelli di inefficienza, potrebbero mettere a rischio la sicurezza dei pazienti».

Tuttavia l’assessore Baldo Gucciardi conferma la scelta di non chiudere questi ospedali: «Alcuni decreti già emessi fra luglio e agosto prevedono la rifunzionalizzazione di queste strutture entro la fine del 2016. Abbiamo già cominciato con l’ospedale di Salemi (città natale di Gucciardi, ndr) in cui abbiamo creato poliambulatori e reparti di lungodegenza e riabilitazione. E così sarà in tutti gli altri casi. Non chiuderemo ospedali nè ridurremo i posti letto. La prossima settimana sarò a Roma per illustrare al ministro ciò che già stiamo facendo». Il problema sarà politico perchè modificare la mission di questi ospedali è un tentativo che da sempre si è scontrato con la resistenza di sindaci e deputati locali. E non a caso il presidente della commissione Sanità dell’Ars, Pippo Digiacomo, segnala che «si apre una fase di confronto delicatissima con Roma e starà all’assessore trovare la via di mezzo a richieste difficilmente applicabili senza traumi».

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