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Coldiretti: boom di giovani agricoltori, aumentati del 35 per cento rispetto al 2014

MILANO. Nel 2015 i giovani agricoltori sono aumentati in Italia del 35% rispetto al 2014. Gli under 34 che operano come imprenditori agricoli, coadiuvanti familiari e soci di coop agricole hanno superato le 70mila unità. E' quanto emerge da una analisi Coldiretti, resa nota a Expo in occasione della consegna degli Oscar Green, il premio per le imprese più innovative promosso dai giovani di Coldiretti. "Nelle campagne italiane si registra il tasso di crescita più elevato dell'occupazione giovanile tra i diversi settori produttivi".

Secondo un sondaggio Coldiretti/Ixe', il 57% dei giovani oggi preferirebbe gestire un agriturismo piuttosto che lavorare in una multinazionale (18%) o in banca (18%): "Vi è un rinnovato interesse a trascorrere il proprio tempo a contatto con la natura: più di due su tre (68%) dichiarano di partecipare volentieri alla vendemmia e alla raccolta della frutta".

La vera novità sono le new entry: la metà dei giovani che scelgono l'agricoltura sono laureati e hanno fatto innovazione (57%), ma soprattutto il 74% è orgoglioso del lavoro fatto e si dichiara "più contento di prima". La scelta di diventare imprenditore agricolo è peraltro apprezzata per il 57% delle persone vicine (genitori, parenti, compagni o amici).

"I giovani - sottolinea Coldiretti - stanno cogliendo una straordinaria opportunità di sviluppo economico personale, scoprendo quanto offre il mondo rurale interpretato in chiave innovativa". La spinta è venuta dalla Legge di Orientamento (n.228/2001) sostenuta da Coldiretti, che ha aperto la strada all'agricoltura multifunzionale. Oggi il 70% delle imprese under 35 opera in attività "rurali", dalla trasformazione dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche agli agriasilo. "Molti giovani hanno saputo valorizzare le potenzialità del territorio trovando opportunità occupazionali, soddisfazione personale ma anche una migliore qualità della vita" ha detto il presidente di Coldiretti, Roberto Moncalvo. "Si tratta anche di un impegno per il bene comune che in Italia le Istituzioni stanno imparando a riconoscere".

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