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"Made in Italy" in Cina, la crisi rischia di frenare il boom dell'export

È quanto emerge da uno studio della Coldiretti. Dal 2008 le esportazioni agroalimentari italiane nel gigante asiatico sono cresciute del 298 per cento

ROMA. La difficile situazione rischia di frenare il boom delle esportazioni di prodotti agroalimentari Made in Italy in Cina che sono aumentate del 17 per cento nei primi cinque mesi del 2015.

È quanto emerge da uno studio della Coldiretti dal  quale si evidenzia che dall'inizio della crisi nel 2008 le esportazioni agroalimentari italiane nel gigante asiatico sono cresciute del 298 per cento facendo segnare nel 2014 il record di sempre per un importo di 367 milioni di euro.

Ad essere particolarmente richiesti - precisa la Coldiretti sono i prodotti base della dieta mediterranea come il vino e gli spumanti, la pasta, l'ortofrutta e l'extravergine di oliva ma anche il caffe ed i formaggi.

Rilevante - prosegue la Coldiretti - è anche il flusso di prodotti agroalimentari cinesi in arrivo sul territorio nazionale che nel 2014 è stato pari a 536 milioni di euro in calo del 4 per cento
rispetto all'anno precedente.

Si tratta soprattutto - precisa la Coldiretti - di pomodoro, miele, riso ed aglio. Secondo i dati del sistema di allerta comunitario, il gigante asiatico - conclude la Coldiretti - si classifica al primo posto nella commercializzazione di cibi a rischio per la salute con ben 469 allerte pari al 15 per cento del totale.

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