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Landini contro Renzi all'attacco sull'Articolo 18: "Siamo pronti ad occupare le fabbriche"

Il leader della Fiom: "Riaprire in questo modo la partita sui contratti aziendali vuol dire andare verso la deregulation, vuol dire il modello Fiat".

ROMA. "Il governo deve sapere che noi siamo pronti ad occupare le fabbriche se dovesse passare la linea della riduzione dell'occupazione, dei diritti e del salario dei lavoratori. Una linea che potrebbe trovare una prima applicazione alla Thyssen di Terni. Per noi sarebbe inaccettabile". Lo afferma il segretario Fiom Maurizio Landini in un'intervista a Repubblica.

"Non possiamo accettare il licenziamento di 250 lavoratori e la riduzione del salario. È questo che ci stanno proponendo ed è questo che il governo ci sta chiedendo di accettare". Riflette sulla spinta del governo verso la rappresentanza sindacale e il rafforzamento della contrattazione in azienda: "Non ci sono scambi possibili sul modello contrattuale".

"Renzi - sostiene Landini - ha scelto il conflitto e lo scontro. Dietro l' operazione sull'articolo 18 c'è questo, mentre ci sarebbe bisogno di unità nel Paese, di un rilancio della contrattazione nazionale, dell'affermazione del diritto dei lavoratori di scegliere i propri rappresentanti e di decidere sui contratti che li riguardano. Non c'è nessuno scambio da fare".

"Riaprire in questo modo la partita sui contratti aziendali - dice il segretario Fiom - vuol dire andare verso la deregulation, vuol dire il modello Fiat". E sottolinea: "c'è bisogno di far ripartire gli investimenti e spetta al governo indicare le politiche industriali per i settori. Tutto questo non ha nulla a che vedere con l'articolo 18 che andrebbe semplicemente tolto dal tavolo".

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