La rivista di Kalós torna col secondo numero. L’accento sul bello della Sicilia, in tutte le sue forme, è già disponibile nelle librerie, nelle edicole e sul sito di Edizioni Kalós (www.edizionikalos.com).
Rinnovato nella grafica e nei contenuti, anche questo secondo numero offre articoli di spessore con firme prestigiose. Tra questi, un emozionante ricordo di Benedetto Patera, architetto e storico dell’arte scomparso un anno fa, firmato da Maria Antonietta Spadaro; un focus di Francesco Armetta sull’Aula Regia e sulla Cappella Palatina, con ricostruzioni fatte grazie a scritti inediti; uno sguardo sul giardino antico del Palazzo Reale di Raffaele Savarese.
Ma anche sulla pittura neo-pop di Antonio Nuccio, meglio conosciuto come Antonio Fester, scritto da Maria Teresa Ruta; sulle vie Francigene di Sicilia di cui parla Davide Comunale e, ancora, sulle tradizioni culinarie delle feste a firma di Gaetano Basile, che recentemente ha scritto per Edizioni Kalós un libro sui mercati di Palermo con le fotografie di Andrea Ardizzone: “Frugando tra i mercati di Palermo. Una foto, una storia”.
Tra le firme anche Silvestro Livolsi, che parla della Sicilia nelle pagine della rivista d’arte Emporium; di Adriana Chirco, sul Novelli scomparso nella chiesa dell’Origlione; di Mario Rizzo sui mosaici di Philippiano a Gerace; di Giulia Sommariva sul Duomo di Erice; di Davide Camarrone e Francesco De Grandi sulla collettiva di arte urbana “X”. Tra le rubriche Primo piano, a cura di Agata Polizzi, sulla Bam, Biennale Arcipelago Mediterraneo, festival internazionale di teatro, musica e arte visive sulle tematiche dell’accoglienza e del dialogo; e Letture di Marco Mondino, con le sue recensioni letterarie.
La storica rivista semestrale, fondata nel 1989 da Nicola Sieli, è dedicata al patrimonio culturale e artistico siciliano. Dopo sei anni di pausa è tornata sul mercato editoriale lo scorso giugno e ora, con il secondo numero, racconta la storia dell’arte, l’archeologia, i restauri e tutti quei luoghi nascosti dell’Isola, temi che da sempre fanno parte del Dna della rivista, strizzando l’occhio alle forme d’arte più contemporanee.
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