NEW YORK. L'uomo che cadde sulla Terra e che molte volte aveva cambiato il corso del rock se n'è andato due giorni dopo il suo 69mo compleanno e l'uscita del suo ultimo album, Blackstar, un lavoro di una profondità sconosciuta al rock contemporaneo, consegnando alla storia la sua ultima incarnazione: quella del video di Lazarus, dove è l'amico di Gesù che avvolto da bende risorge dalla morte con le movenze meccaniche di un balletto espressionista. David Robert Jones, il nome con cui era registrato all'anagrafe di Londra, è stato uno dei più grandi performer di sempre, senza discussione una delle personalità più influenti della cultura popolare degli ultimi 50 anni, un simbolo di una creatività costantemente spinta oltre le convenzioni.
Una carriera cominciata negli anni '60 animata, fin dai primi passi, dalla precisa volontà di ritagliarsi un suo spazio ben definito in un ambiente, la scena inglese, affollato di nomi come Beatles, Rolling Stones, Who, Pink Floyd. All'epoca dell'uscita, la fine degli anni '60, i suoi primi album, destinati poi a essere considerati dei capolavori, non ebbero l'accoglienza desiderata: Space Oddity, The Man Who Sold The World e Hunky Dory, che si muovevano tra atmosfere acustiche, visioni progressive, durezze rock, riferimenti espliciti a Warhol e ai Velvet Underground, aprivano la strada a un modo nuovo di concepire il rock. La vera esplosione a livello popolare coincide con la nascita della prima storica incarnazione di Bowie, Ziggy Stardust, un alieno con gli stivali rossi dalla zeppe altissime, i capelli arancioni, e un'esibita, e per l'epoca rivoluzionaria, ambiguità sessuale.
Spinto dalla sua ammirazione per Lou Reed e Iggy Pop, mettendo a frutto la sua esperienza con Lindsay Kemp, non solo creò uno dei suoi più celebri alter ego ma uno degli album più influenti e di maggior successo della sua carriera, The Rise and Fall of Ziggy Stardust and The Spiders From Mars, dove ci sono canzoni come Starman, Suffragette City, Rock'n'Roll Suicide. Il successo fu clamoroso, segnò l'esplosione del Glam Rock, gli aprì le porte dell'America e mise Bowie al centro della scena. Ziggy diventò talmente popolare che già nel 1973 il suo creatore decise di lasciarlo scomparire con il leggendario concerto all'Hammersmith di Londra. Già il successivo Aladdin Sane, che contiene classici come The Jean Genie, Changes, comincia a manifestare il desiderio di cambiare orizzonti musicali. Con Pin Ups, un album di cover e il successivo Diamond Dog, un concept album ispirato a 1984 di George Orwell e Ragazzi Selvaggi di William Burroughs e costruito attorno alla figura di Halloween Jack, si chiude il periodo di formazione e l'esperienza più direttamente legata al suono Glam.
Il cambiamento definitivo avviene con Young Americans in cui diventa manifesta la passione per la Black Music: il suono diventa funky, molto più pop. Nel 1976, mentre l'uso smodato di cocaina va di pari passo con lo studio dell'occultismo, ispirato dal personaggio interpretato nel film L'uomo che cadde sulla terra di Nicolas Roeg, Bowie fa nascere un altro celeberrimo alter ego, il Duca Bianco, la figura che è al centro di Station to Station, l'album che fa da punto di passaggio tra il funky pop di Young Americans e le atmosfere della trilogia berlinese. Low, Heroes, (l'unico dei tre registrato effettivamente a Berlino) e Lodger sono tre titoli profondamente influenzati dalla nascente scena elettronica tedesca (Kraftwerk, Tangerine Dream) e realizzati con la collaborazione di Brian Eno, dischi di enorme importanza per l'influenza avuta sulla musica degli anni a venire e la dimostrazione di un coraggio creativo fuori dal comune. Con Scary Monster comincia un altro periodo della carriera di David Bowie che con Let's Dance, prodotto da Nile Rodgers degli Chic, raggiunge il culmine del suo successo internazionale svoltando verso atmosfere più apertamente dance. Il clamoroso successo finì per mettere in crisi l'ex Ziggy Stardust che prima produsse tre album non altezza delle sue opere precedenti e poi si concesse la pausa, commercialmente disastrosa, hard rock quasi punk dei Thin Machine.
C'è voluto qualche anno prima che uscissero nel '93 Black Tie White Noise e il sofferto The Buddha of Suburbia. In realtà neanche la reunion con Brian Eno per 1.Outside ha rivitalizzato la sua carriera discografica che, anche per motivi di salute, si è fatta sempre meno fitta di impegni. Nel 2013, dopo 10 anni di silenzio, era uscito The Next Day, due giorni fa l'ultimo capolavoro, Black Star, prodotto dall'amico di sempre Tony Visconti e suonato da alcuni dei migliori musicisti della nuova scena jazz americana. Una sorta di testamento musicale che segna l'uscita di scena di un personaggio che ha saputo cambiare a fondo la musica e il modo di essere artista. La passione per il musical (a Broadway sta andando in scena il suo Lazarus), le esperienze da attore che comprendono Furyo come Zoolander, la lunga stagione dell'ambiguità e della trasgressione e la maturità con il solidissimo matrimonio con Iman e la geniale intuizione finanziaria (che gli fruttò una cifra altissima) di quotarsi in Borsa con i Bowie Bond, l'addio ai concerti (aveva avuto un infarto), l'ultima fase della vita passata in volontario ritiro segnata anche dall'accoglienza trionfale della mostra allestita l'anno scorso al Victoria & Albert Museum di Londra e dedicata ai memorabilia della sua carriera anche come icona di stile. Sono solo alcuni dei passaggi della vita di uno di quei personaggi che appartengono alla categoria degli «one of a kind»: ce n'è uno solo. La sua è la lezione preziosa di un'artista sempre pronto a cambiare le regole del gioco, a spingere all'estremo il desiderio di novità e di un'individualità creativa, lungo un percorso che ha generato mondi musicali sempre nuovi e che si è chiuso con uno dei capitoli più belli di una vicenda umana e artistica che già da tempo è leggenda.
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