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Chiude Sacchitello Nord: da Catania a Palermo solo due aree di servizio in 200 chilometri

Era nell'aria, da oggi è ufficiale. Chiude Sacchitello Nord, storica area di servizio lungo la Palermo-Catania, tra gli svincoli di Mulinello ed Enna. La sospensione del servizio, spiega Anas, per sopraggiunte difficoltà economiche da parte del gestore, riguarda sia il contratto in essere con Autogrill, per la somministrazione di cibi e bevande, sia quello con Eni, per l’erogazione di carburanti.

Lungo l'A19, dunque, in direzione Catania-Palermo, restano attive le aree di servizio Gelso Bianco Nord e quella di Caracoli, distanti 160 km. Due aree di servizio in quasi 200 chilometri di autostrada. «Si presume che l’area di servizio Sacchitello Nord, stante quanto comunicato ad Anas da Autogrill ed Eni, possa essere riattivata entro poche settimane», dice ancora l'azienda delle strade. Alla base ci sarebbe la volontà di un cambio di gestione. Presso l’area di servizio momentaneamente inattiva sarà in vigore un servizio di guardiania e security.

Un problema che i sindacati denunciano da più di un anno, quando la Cisl aveva fatto un appello per poter salvaguardare 18 posti di lavoro.  C'era stato, nei mesi scorsi, anche un incontro con la prefettura di Enna, dopo il licenziamento di tre lavoratori, ma tutto si era risolto positivamente, almeno in quel momento. A conferma di uno stato di crisi lo scorso mese di aprile, al fine di evitare il fallimento, l’azienda ha presentato presso il tribunale di Enna un concordato in bianco. Concordato che era poi stato ritirato,  facendo presagire che tale procedura potesse chiudersi con sentenza di fallimento. Lo scorso venerdì l'azienda ha comunicato ad alcuni lavoratori l'imminente chiusura dell’attività e il licenziamento di tutto il personale.

«Al danno - dice il sindacato - si aggiunge la beffa, infatti la paventata notizia è diventata realtà, oggi l’azienda ha inviato altri due licenziamenti, vedi caso ancora lavoratori iscritti alla Fisascat Cisl, lavoratori che hanno avuto il coraggio nel 2020 di denunciare l’azienda presso l’Ispettorato del Lavoro per illecita condotta del datore di lavoro su emolumenti non pagati e inadempienze contrattuali. Ancora una volta vengono colpiti lavoratori che rivendicano l’applicazione del contratto collettivo, lavoratori iscritti alla Fisascat Cisl, sindacato che non ha mai chinato la testa e si è sempre battuto a fianco dei lavoratori per sostenere le loro giuste rivendicazioni. Alla luce di quanto sopra esposto, vogliamo sensibilizzare le autorità competenti e l’opinione pubblica al fine specifico di evitare una vera e propria macelleria sociale».

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