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Una marcia per Borsellino e due iniziative a Marsala

Paolo Borsellino

I familiari di Rita Borsellino, sorella del giudice Paolo Borsellino ucciso il 19 luglio in via D’Amelio con gli uomini della scorta hanno organizzato una marcia da piazza San Domenico, fino a via D’Amelio. L’appuntamento è per il 18 luglio alle 16.30 in piazza San Domenico. «Noi familiari di Rita Borsellino - dicono - rinnoviamo il nostro impegno comune riconsegnando il testimone che Paolo Borsellino il 20 giugno del 1992 diede agli scout dell’Agesci per i poveri, in spirito, gli afflitti, per i miti, per quelli che hanno fame e sete di giustizia, per i misericordiosi, per i puri di cuore, per gli operatori di pace, per i perseguitati a causa della giustizia, per non dimenticare».

Due iniziative per ricordarlo a Marsala

A  Marsala, martedì e mercoledì (19 e 20 luglio) prossimi si terranno due momenti dedicati a Paolo Borsellino, che fu a capo della Procura marsalese dall’autunno 1986 ai primi del 1992. Si tratta di due giorni di iniziative organizzate dall’associazione «Red Head Sicily» in collaborazione con le associazioni «Ciuri» e «Giva» e il patrocinio del Comune, nell’ambito della rassegna «Carmine Art».

Martedì, alle 19.30, in piazza Carmine, la conversazione a più voci sul tema «La testimonianza di Paolo Borsellino a 30 anni dalla strage di via D’Amelio». Ne parleranno i giornalisti Max Firreri e Chiara Putaggio, Franco Gambino, ex compagno di scuola di Borsellino, l’avvocato Marco Campagna e Francesca Incandela, presidente dell’associazione antiracket «Io non pago il pizzo e tu?». In serata, in piazza, si terrà anche «Il viaggio nell’arte», estemporanea di pittura realizzata dai bambini dei tre asili nido comunali «Sappusi», «Amabilina» e «Sant’Anna». Mercoledì, invece, sempre alle 19.30, conversazione su metodi e contenuti del laboratorio formativo «Il viaggio nell’arte» e alle 21.30 concerto «Tema per Borsellino», col quartetto «Quartango», formato da Gino De Vita, Nino Oddo, Niko Valenti e Dario Li Voti.

«L’eredità dei giusti» il 19 al Teatro Verdura

Nel 30° anniversario delle stragi di Capaci e di via d’Amelio il Teatro Massimo di Palermo presenta, martedì 19 luglio al Teatro di Verdura, Falcone e Borsellino. L’eredità dei giusti, l’atteso epilogo della stagione di opere, concerti e spettacoli, dedicata quest’anno a commemorare il trentennale delle stragi mafiose che sconvolsero la comunità cittadina e il Paese. Il compositore Marco Tutino è autore della musica originale, Emanuela Giordano firma la regia e la drammaturgia. Sul podio dell’Orchestra e del Coro del Teatro Massimo dirige il Maestro Alessandro Cadario tra i più carismatici giovani direttori italiani. Maestro del Coro è Ciro Visco. In scena con il giovanissimo e già apprezzato soprano Maria Teresa Leva, gli attori del Piccolo Teatro di Milano: Jonathan Lazzini, Anna Manella, Marco Mavaracchio, Francesca Osso, Simone Tudda. Il video e le immagini sono a cura di Pierfrancesco Li Donni e Matteo Gherardini. Falcone e Borsellino. L’eredità dei giusti è una coproduzione Teatro Massimo di Palermo, Teatro Regio di Torino, Piccolo Teatro di Milano - Teatro d’Europa, Fondazione per la Cultura Torino.

«L’assenza di istruzione e di cultura rende le persone schiave, mentre la formazione, scolastica e culturale, le rende libere - commenta Roberto Lagalla, presidente della Fondazione Teatro Massimo e sindaco di Palermo. In quest’ottica - prosegue - la stagione di opere del Teatro Massimo, dedicata al trentennale delle stragi, di cui fa parte la produzione con le musiche di Marco Tutino e la regia di Emanuela Giordano, è testimonianza di una memoria che deve restare viva. Una memoria che strumenti come l’arte, la musica e il teatro di certo contribuiscono ad alimentare». «L’arte, la musica, il teatro contribuiscono al progresso civile della società, svegliano le coscienze - aggiunge Marco Betta, sovrintendente del Teatro Massimo - l’opera di Marco Tutino è un importantissimo momento di riflessione, di consapevolezza e di opposizione trent’anni dopo le stragi, contro la violenza mafiosa». «Ho cercato di scrivere una musica non retorica e più complessa dal punto di vista delle dimensioni» - racconta il compositore Marco Tutino. «L’eredità dei giusti è un’eredità ingombrante perchè ci costringe a sapere che contro l’ingiustizia, la violenza, il sopruso e l’arroganza della criminalità e della mentalità mafiosa si può lottare, si può dire no. Questo racconto per musica, canto e parole recitate è il nostro modo di ribadire la possibilità di ribellarsi, e di non dimenticare chi lo ha fatto per tutti noi».

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