Dopo due anni di sospensione dovuta alla diffusione del Covid, anche in Sicilia pronte a riprendere le processioni religiose. Il prossimo 31 marzo dovrebbe arrivare la revoca dello stato d'emergenza da parte del governo italiano e la ripresa definitiva dei riti religiosi coinciderebbe con la Domenica delle Palme (10 aprile). Le processioni erano state vietate nell’ambito delle misure prese in seguito alla pandemia. Nel marzo 2020 i Vescovi avevano disposto la chiusura delle chiese e, per la Settimana Santa, il divieto di realizzare le consuete processioni che abitualmente riuniscono grandi folle di persone.
I Vescovi invitano "all'urgenza dell'evangelizzazione"
L'opportunità ha spinto i vescovi italiani a riflettere su questa opportunità e, nel corso dei lavori della sessione primaverile della Conferenza episcopale siciliana, hanno indirizzato alle 1.053 confraternite dell'Isola una nota pastorale nella qualche si sottolinea "l'urgenza dell'evangelizzazione" e l'obbligo di accogliere tra i propri membri persone che "non appartengono ad associazioni di tipo mafioso, non sono contrarie ai valori evangelici e non si sono rese colpevoli di delitti disonorevoli".
Vietati i fuochi d'artificio e convertirne il costo in aiuti umanitari
In tempi di guerra, con il doloroso perdurare del conflitto fra Russia e Ucraina, i Vescovi invitano ad evitare i fuochi d'artificio per le prossime feste pasquali: "Non si potranno sparare - precisano - mentre uomini e donne, anziani e, specialmente, bambini sono atterriti dal suono delle sirene e uccisi dalle bombe belliche. In segno concreto di solidarietà - indicano i Vescovi - , si invita a convertire il corrispettivo dei fuochi pirotecnici in aiuti umanitari ai profughi che saranno accolti nelle nostre Diocesi e nelle nostre città".
Le principali processioni religiose in Sicilia
Ricco il programma delle processioni e dagli eventi legati alla Settimana Santa in Sicilia. In tutte le province della Isola se ne celebrano molte, alcune delle quali molto note. Tradizioni che però verranno vissute in un modo diverso. Eccone alcune:
I Misteri del Venerdì Santo - Trapani
Dagli orefici ai pescatori, dagli ortolani ai barbieri, dai calzolai ai salinai: sono i membri delle antiche corporazioni che danno vita alla processione dei Misteri del Venerdì Santo a Trapani. Ad ogni rappresentanza dei 20 mestieri è affidata la cura di uno dei grandi gruppi scultorei da portare per le vie della città nella processione del Venerdì Santo, una delle più estenuanti di tutta la Sicilia. I partecipanti rivivono la passione con sofferenza, trasportando i simulacri per 20 ore. Il corteo è ritmato dalla musica della banda, una marcia cadenzata che stabilisce le “annacate”: i passi dondolanti con cui i portatori incedono sotto il peso delle statue. Verso la mezzanotte la processione arriva in piazza per poi continuare la marcia fino all’alba e sino al pomeriggio del sabato quando i Misteri vengono riportati alla chiesa del Purgatorio.
Santa Rosalia - Palermo
Nel 1624 i palermitani morivano sotto l’implacabile marsa della peste, un’epidemia molto violenta. Secondo la leggenda, un saponaio, Vincenzo Bonelli, durante una battuta di caccia sul Monte Pellegrino, poco lontano dalla città, smarrì la strada, complice un forte temporale. Tra le nuvole e la fitta pioggia apparve il volto di una giovane, Rosalia, che gli promise la salvezza per la città. Rivelò al cacciatore il luogo dove giacevano i suoi resti mortali, la grotta dove aveva vissuto da eremita, e gli chiese di avvertire il Vescovo. Il cardinale Giannettino Doria trovò le ossa della Santa e le fece traslare a Palermo. Al solo passaggio delle reliquie la città si purificò e da allora, dal 9 al 15 luglio di ogni anno, i palermitani onorano la Santa con il "Festinu", il carro che porta il simulacro di Rosalia. Un'opera grandiosa, alto circa 10 metri con la forma di un’enorme barca. Ospita 60 persone, tra cui la banda vestita in abito settecenteschi. Il carro sfila in processione lungo il “Cassaro” (corso Vittorio Emanuele) osannato dalla folla con musica, fuochi d’artificio e bancarelle di dolciumi per festeggiare la santa in modo più profano.
La Festa di Sant'Agata - Catania
La festa di Sant'Agata è la più importante festa religiosa della città di Catania. Si celebra in onore della santa patrona della città, ed è una tra le feste religiose cattoliche più seguite, proprio per il numero di persone che coinvolge e attira. Si svolge tutti gli anni dal 3 al 5 febbraio, il 12 febbraio e il 17 agosto. Il 3 febbraio si apre con la processione per l'offerta della cera a cui sono presenti oltre che cittadini e turisti, le più alte cariche religiose ed istituzionali della città, concludendosi la sera in Piazza Duomo con il caratteristico e molto atteso spettacolo pirotecnico dei fuochi. La vera festa religiosa inizia il 4 febbraio con la messa dell'Aurora, quando il busto reliquiario di sant'Agata dopo un anno di attesa per tutta la città viene portato fuori dalla stanza che lo ha custodito, e "consegnato" ai devoti che lo porteranno in processione lungo un percorso esterno della città che si concluderà con il rientro nella Basilica Cattedrale in tarda notte, spesso alle prime luci dell'alba. Il 5 febbraio, presso la basilica cattedrale ha luogo la messa del Pontificale presieduta dalle più alte cariche religiose locali e non e dal clero. Un'ultima processione lungo un percorso interno della città si concluderà il 6 febbraio. Il 17 agosto, oltre alla messa in onore di Sant'Agata, si svolge una breve processione con lo scrigno contenente le reliquie e il mezzobusto reliquiario, nei dintorni della Cattedrale, in Via Dusmet procedendo per Piazza San Placido e facendo ritorno in chiesa per Via Vittorio Emanuele con giochi pirotecnici in un'area riservata al Porto di Catania e sul tetto della chiesa di San Placido.
Il Ballo dei Diavoli - Prizzi (Palermo)
Ogni anno il tradizionale “Abballu di li Diavuli” invade le strade di Prizzi, riproponendo il tema dello scontro tra il bene e il male. La manifestazione conserva evidenti tracce di celebrazioni pagane incentrate sul trionfo della vita e della rinascita della vegetazione agli inizi della primavera. Sin dalla mattina del giorno di Pasqua due diavoli mascherati (vestiti di rosso) e la morte, vestita del tipico giallo ocra, si aggirano indisturbati per le strade del paese, facendo scherzi e trattenendo i passanti, che vengono rilasciati solo in cambio di un obolo (soldi o dolci). Il culmine della manifestazione avviene il pomeriggio, quando i diavoli tentano di impedire l'incontro, nella piazza principale del paese, tra le statue del Cristo e della Madonna. Ad essi si oppongono gli angeli che scortano le statue: è questo contrasto, effettuato secondo precise movenze ritmiche, che viene chiamato il ballo dei diavoli. Una volta sconfitti i diavoli, il Cristo risorto e la Madonna si possono finalmente incontrare e il Bene trionfa sul Male.
I Misteri del Giovedì Santo - Marsala (Trapani)
La Processione del Giovedì Santo di Marsala è una rappresentazione vivente della passione e morte di Gesù Cristo che si svolge nella città in provincia di Trapani il giorno del Giovedì Santo di ogni anno. È una delle processioni più antiche d'Italia. Dal 2013 ha assunto la denominazione di Sacra Rappresentazione della Passione del Signore. La processione attraversa tutte le principali vie della città e nei primi secoli le cadute del Cristo non avvenivano in strada. Eseguiva un breve itinerario, percorrendo solo le principali vie della città, entrava nella Chiesa Madre dove avveniva la prima caduta, poi entrava nei tre monasteri della città. Nel corso della storia la processione è stata rimodulata nel numero e nella forma dei gruppi che la compongono, quelli più significativi sono sei e rappresentano le varie fasi del dramma di Cristo.
La Reale Maestranza - Caltanissetta
A Caltanissetta l’evento più atteso della Settimana Santa è la processione della Reale Maestranza di mercoledì. Tutte le rappresentanze delle corporazioni cittadine sfilano in corteo accompagnate da una marcia funebre. Ogni partecipante è vestito con abito, farfallina e guanti neri. Dopo la cerimonia nella cattedrale, la processione torna per le strade, ma in segno di gioia ora i devoti indossano guanti e papillon bianchi. La festa si prolunga nel pomeriggio e la sera i ragazzi portano in processione le “Varicedde”, piccoli simulacri che riproducono le statue dei Misteri che sfileranno il Giovedì Santo.
La Festa del Ss Crocifisso - Calatafimi (Trapani)
A maggio a Calatafimi si onora il SS crocefisso: una croce di legno scuro, quasi nero, trovata alla fine del 1600 e dotata di poteri miracolosi. Ogni anno, il 3 maggio, tutta la città sfila in corteo, ma ogni 5 anni alla celebrazione “ordinaria” si aggiunge la “straordinaria”. E questa l’occasione in cui gli 11 ceti cittadini scendono in piazza per festeggiare. Ci sono i pecorai e caprai, il clero e la “sciabbica” (il popolo) ma tutti attendono i più grandi: la maestranza, cioè l’antica milizia cittadina che marcia imbracciando il fucile, i borgesi, con muli addobbati a festa, e i cavallari, che offrono noccioline e confetti. Seguono i massari, che da un carro adornato con rami di alloro distribuiscono i “cucciddati”, i pani tradizionali.
La sagra del Taratatà - Casteltermini (Agrigento)
Un giorno di maggio attorno alle 16, in un campo vicino a Casteltermini, avvenne un miracolo: i buoi intenti nell’aratura si inginocchiarono sulla terra indicando il luogo dove era sepolto un antico crocefisso. I festeggiamenti per il ritrovamento, la sagra del Taratatà, iniziano il quarto venerdì di maggio, ma il momento clou è la domenica con il corteo dei ceti cittadini. Apre la processione la reale maestranza, seguita a cavallo dai celibi, poi dai pecorai e infine dai borgesi. Chiude il corteo il gruppo del taratatà: cui è riservato l’aspetto più scenografico della manifestazione, che riporta alle origine della città: un tempo Casteltermini era un insediamento arabo e i discendenti musulmani partecipavano alla processione onorando la croce con balli tradizionali. E questo il Taratatà la danza-armata nella quale i ballerini si esibiscono in un sinuoso duello a colpi di spada.
La Settimana Santa - Piana degli Albanesi (Palermo)
Verso la metà del XVI secolo, Alfonso d’Aragona chiamò in Sicilia un valoroso condottiere albanese. I soldati giunti dai Balcani al seguito si stabilirono in quella che oggi è Piana degli Albanesi dove tutt’ora risiedono 5 delle otto comunità Albanesi in Sicilia. Custodi di una coscienza precisa delle proprie origini, mantengono dialetti, abitudini e tradizioni particolari, come i festeggiamenti pasquali del rito Bizantino. Particolarmente suggestive sono la processione della Domenica delle Palme, del Venerdì e del Sabato, mentre a Pasqua, in segno di esultanza, le donne vestono i costumi tradizionali: la gonna ricamata in oro, il copricapo, i gioielli e la tipica cintura con San Giorgio.
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