Il perdurare e l'evolversi del conflitto fra l'Ucraina e la Russia ha messo in allarme alcuni cittadini italiani che, nonostante non esista alcun rischio di una ripercussione della guerra nel nostro Paese, hanno comunque voluto sondare il terreno per informazioni sui costi e sui tempi di intervento per la relizzazione di rifugi antiaerei.
Alcune aziende che si occupano principalmente di costruzioni in stile bunker hanno registrato negli ultimi giorni un considerevole aumento di richieste di preventivi, per lo più dal Nord e dal Centro Italia, per costruire ampi locali "a prova di bombe" sotto le abitazioni o le ville.
Non è indifferente il costo di tali strutture che dovrebbe aggirarsi fra i 45 ed i 90mila euro, dai 2 ai 3 mila euro al metro quadrato e che variano dai 20 mq fino ai 100 mq. I prezzi poi possono lievitare a seconda dell’ampiezza e della qualità del bunker. L’involucro esterno viene costruito in cemento armato, con le mura spesse tra i 30 e gli 80 centimetri, con due entrate-uscite: una per l’ingresso delle persone e l’altra per il ricambio dell’aria. Le porte devono essere spesse almeno 20 centimetri con apertura verso l’esterno. Il rifugio viene posto tra un minimo di un metro e mezzo di profondità e un massimo di tre metri.
I bunker prefabbricati possono essere unifamiliari con differenze in termini di spazio vitale e servizi che vanno oltre l’acqua, gli alimenti, l’elettricità e i sistemi sanitari. Essenziale la dotazione di un impianto di areazione e per l’acqua corrente sarebbe necessario un sistema di filtraggio. Ci si deve interrogare però su quante persone dovrà accogliere, sul livello di sicurezza minimo che si intende ottenere, sulla qualità dei sistemi di depurazione e sull’ampiezza dei servizi di cui si vuole poter beneficiare. La sopravvivenza? Dipende, ovviamente, dalle scorte di cibo e acqua a disposizione.
"Il bunker dà sicurezza psicologica - spiega Giulio Cavicchioli, proprietario della Minus Energie, azienda specializzata nella realizzazione di rifugi di sicurezza nucleari, battereologici e chimici che collabora con la Nato e l'Aviazione italiana - . I timori sono i disastri di natura chimica, quindi incidenti nucleari o pandemie. I clienti non sono persone molto facoltose, la gente ricca non ha queste paure e spesso dispone di jet o elicotteri che per loro costituiscono già una valida via di fuga".
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