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Arriva una nuova arma contro il Covid: la pillola prodotta da Pfizer

Una nuova arma contro il Covid. L’Agenzia europea dei medicinali (Ema) ha infatti raccomandato l’autorizzazione all’immissione in commercio condizionata per il Paxlovid, la pillola anti-Covid prodotta da Pfizer. L’antivirale orale è raccomandato per il trattamento del Covid negli adulti che non necessitano di ossigeno supplementare e ad alto rischio che la malattia diventi grave.

Rischi di morte e ospedalizzazione ridotti quasi del 90%

Negli studi presi in considerazione dall’Ema, i dati hanno mostrato che il farmaco ha ridotto il rischio di ospedalizzazione o di morte dell’89% (entro tre giorni dall’inizio dei sintomi) e dell’88% (entro cinque giorni dall’inizio dei sintomi) rispetto al placebo. La maggior parte dei pazienti nello studio è stata infettata dalla variante Delta, ma sulla base di studi di laboratorio si prevede che la pillola sia attiva anche contro Omicron e altre varianti. Paxlovid «ha il potenziale per fare davvero la differenza per le persone ad alto rischio di progressione verso il Covid grave. La pillola Pfizer è il primo antivirale orale per uso domestico nel nostro portafoglio e abbiamo visto prove promettenti della sua efficacia contro Omicron e altre varianti», ha sottolineato la commissaria Ue alla Salute Stella Kyriakides.

Già disponibile in Italia l'antivirale orale

In Italia, è già disponibile anche l’antivirale orale della Msd (Merck) - la pillola Lagevrio, con la quale sono stati già trattati 1.662 pazienti - dopo che lo scorso novembre l’Ema aveva emesso un parere per supportare le autorità nazionali che avessero deciso su un possibile uso precoce delle capsule prima dell’autorizzazione all’immissione in commercio.

Anticorpi monoclonali poco efficaci contro Omicron

Se le pillole anti-Covid rappresentano dei nuovi importanti strumenti terapeutici, molto si è puntato anche sugli anticorpi monoclonali, che vanno somministrati sempre nella fase iniziale della malattia ma agiscono in modo diverso. La variante Omicron ha però portato, per questi farmaci, ad una battuta d’arresto: dopo lo stop della Fda statunitense ai due monoclonali di Eli Lilly e Regeneron perché poco efficaci contro la variante, ora, per la stessa ragione, arriva una frenata anche per gli anticorpi monoclonali in studio in Italia. Toscana Life Sciences sviluppo ha infatti annunciato di aver sospeso temporaneamente l’arruolamento di nuovi pazienti positivi al Covid nell’ambito della sperimentazione clinica di fase II/III in corso su MAD0004J08, l’anticorpo monoclonale individuato dal team di ricerca della Fondazione Tls coordinato dal professor Rino Rappuoli. I dati in vitro su Omicron, si spiega, «rilevano una perdita di efficacia» del farmaco.

Moderna sperimenta un richiamo del vaccino per Omicron

Buone notizie, invece, sul fronte dei vaccini, con l’azienda Moderna che ha iniziato la sperimentazione per un richiamo vaccinale specifico per combattere Omicron. Intanto, gli effetti della campagna vaccinale in atto si fanno sentire in termini di minori ricoveri: secondo Gimbe, in 7 giorni si è registrato un calo dell’1,4% nelle intensive. Si evidenzia pure un calo del 3,7% dei casi, ma un +3% di ricoveri in area medica e un +11,2% di decessi. E hanno raggiunto il 29,3% i bambini tra 5-11 anni che hanno avuto almeno una dose. Anche l’Agenas rileva che l’occupazione delle intensive, al 17% a livello nazionale, cala in 9 regioni. Mentre l’occupazione dei reparti resta al 31% ma cala in 6 regioni. Un dato preoccupante è invece segnalato dalla Fiaso: una donna incinta su 6, secondo un’indagine in 12 ospedali sentinella, partorisce con il Covid e una donna incinta su 2 non è vaccinata, con alti rischi per madri e neonati.

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