I dati non lasciano spazio a dubbi, e al di là del bilancio giornaliero dei contagi, crollato nelle ultime ore intorno a quota cinquemila casi ma sotto l’effetto del consueto calo tamponi del weekend, anche l’andamento settimanale della curva epidemica, con un -33% di infezioni, mostra in Sicilia evidenti segni di rallentamento del Coronavirus. Un paradosso, per una regione che oggi si risveglia in zona arancione dopo il boom di positivi e ricoveri registrati a cavallo tra dicembre e gennaio (...)
Ma il dado ormai è tratto, e con le ordinanze ministeriali non si torna indietro: per 15 giorni (salvo improvvisi peggioramenti del quadro) la regione resterà in arancione, e anche se le restrizioni – in particolare, il divieto di ingresso nei negozi dei centri commerciali durante i giorni festivi e prefestivi – peseranno solo sui chi è sprovvisto di super green pass, ossia sui circa 550mila non vaccinati presenti sull’Isola al netto dei guariti dal virus, «il cambio di colore darà la mazzata definitiva ai segnali di ripresa economica registrati la scorsa estate, acuendo l’effetto scoraggiamento causato dall’epidemia con contraccolpi sui consumi e sugli spostamenti». Ne è convinto Vittorio Messina, presidente regionale di Confesercenti e nazionale di Assoturismo, che in Sicilia constata già «una specie di lockdown strisciante, non nelle restrizioni, ma nella testa delle persone”.
Sul Giornale di Sicilia oggi in edicola un servizio di Andrea D'Orazio
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