Alla Regione li chiamano mine vaganti. Sono i circa 16 mila, fra docenti e personale Ata, che finora hanno deciso di non vaccinarsi. E sui quali entro giovedì andrà presa una decisione: di sicuro avranno l’obbligo di esibire all’ingresso a scuola almeno il tampone. Ma con quale cadenza va rinnovato? E se non avranno un test anti-Covid valido potranno essere sospesi? L’assessore all’Istruzione, Roberto Lagalla, ha già sul tavolo l’ultimo aggiornamento della campagna di vaccinazione nelle scuole.
Ed è una tabella che può essere letta in due modi, un bicchiere mezzo pieno. Su 135.083 docenti, bidelli e personale amministrativo hanno fatto la prima dose in 117.212. Ma il sistema del ministero non considera questi vaccinati. Prende in considerazione solo quanti hanno fatto anche la seconda dose: e qui il conto si ferma a 101.343. A questi va aggiunta la quota di chi ha scelto il vaccino monodose della Johnson&Johnson: sono 1.484 e portano il totale dei vaccinati a 102.827.
In Sicilia quindi in questo momento la percentuale dei vaccinati nel mondo della scuola è pari al 76,12%. Per Lagalla «è un dato che comunque ci pone sopra la soglia dell’immunità di gregge, che è il 70%». E tuttavia la Sicilia è agli ultimi posti della classifica nazionale: nel resto del Paese quasi tutte le regioni hanno una percentuale di prof vaccinati compresa fra l’80% della Liguria e il 97% della Campania (l’Emilia è al 93, la Lombardia al 92 ma ci sono anche Sardegna e Calabria al 67).
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