La Sicilia rischia la zona gialla? Preoccupa di certo la risalita costante dei contagi. Ieri, si sono sfiorati i 300 casi giornalieri (288) e il tasso di positività è di nuovo aumentato superando il 2% (2.4%). L'Isola, seconda ieri per numero di contagi, negli ultimi giorni è tra le regioni "sorvegiate speciali", per il rischio di nuove restrizioni. Intanto arrivano le prime reazioni e il "no" fermo dei commercianti, che valutano un' "ipotesi folle" quella di un eventuale ritorno alla zona gialla.
Fra i parametri in vigore e presi in considerazione dal ministero della Salute e dal Cts c’è l’incidenza dei casi di coronavirus ogni 100mila abitanti: se superano i 50 casi si torna in zona gialla. L'incidenza ieri è salita a 29 casi per 100 mila abitanti. Mentre tornano le zone rosse: tre in tutto. L'ultima Riesi, nel Nisseno; assieme a Mazzarino, prorogata fino al 21 luglio, e Piazza Armerina.
A preoccupare commercianti e ristoratori è la zona gialla in piena stagione estiva. «Meglio dirlo con anticipo. Nessuno pensi a future restrizioni che ci riguardino perchè gli imprenditori, quelli ancora vivi ma agonizzanti, non sono più disposti a pagare il conto per tutti. Lo abbiamo già fatto per oltre un anno e mezzo e ancora ci lecchiamo le ferite. Le istituzioni hanno il dovere di pensare con urgenza a qualsiasi soluzione per raggiungere l’immunità di gregge: accelerare la campagna di vaccinazione e intensificare i controlli contro gli assembramenti come in particolare quelli negli aeroporti, porti e stazioni, che ci risultano essere deficitari, per non parlare degli episodi di vita notturna fuori da ogni regola», incalza Patrizia Di Dio, presidente di Confcommercio Palermo.
«Sappiamo - aggiunge - che si sta facendo molto ma purtroppo potrebbe non essere sufficiente. Non è accettabile questa ineluttabile aria di rassegnazione di fronte agli accenni di restrizioni anche perché il tasso di ospedalizzazione è ancora al minimo, un dato forse non adeguatamente sottolineato. Chi solo ipotizza un ritorno in zona gialla o è folle o è in malafede e vuole trovare una scusa per nascondere interessi e bulimia di potere».
Intanto, tiene banco un'altra ipotesi, quella di adottare il green pass sul modello francese, anche per bar, ristoranti e stadi. Una questione che non convince il presidente Nello Musumeci.«La libertà dei cittadini trova la massima espressione nel rispetto dei diritti di tutti. Il modello francese non mi convince del tutto, perchè sono contrario a prevedere misure che non possono essere assicurate da adeguati controlli. Dire oggi che per entrare in un pub ci vuole il green pass, a prescindere da ogni valutazione di merito, mi fa dire: chi controlla? Se il green-pass non lo controllano neppure nei viaggi internazionali. Parliamo di cose fattibili: credo sia più logico tutelare i servizi essenziali e monitorare gli ingressi in Italia e in ciascuna Regione, estendendo il green pass alle attività sociali dove esistono grandi assembramenti e dove i controlli possano essere davvero effettivi ed efficaci».
E i commercianti spingono per un'accelerazione alla campagna vaccinale: «Confcommercio Palermo - aggiunge la Di Dio - si sta anche impegnando in una campagna di sensibilizzazione per la vaccinazione per i propri associati e le migliaia di dipendenti. Noi continueremo a fare la nostra parte con senso di responsabilità per convincere gli indecisi, gli indolenti e gli irresponsabili ad assumere comportamenti rispettosi della collettività e del bene comune. Serve impegno e responsabilità, non possiamo solo sperare che Santa Rosalia, con un nuovo miracolo, ci liberi dalla «peste» dei nostri giorni: ma la fede non basterà se non sarà supportata da comportamenti illuminati e responsabili».
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