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Coronavirus, contagi raddoppiati in 15 giorni in Sicilia e cresciuti i ricoveri. No di Musumeci e dei virologi alla zona gialla

Italy COVID-19 pandemic

Quindici giorni di rialzo più o meno costante della curva hanno fatto scattare l'allarme in Sicilia. Il 30 giugno, due settimane dopo l’entrata in zona bianca i contagi quotidiani da SarsCov2 erano sotto quota 150 e incidenza settimanale di infezioni sulla popolazione pari a 15 casi ogni 100mila abitanti, il valore più basso registrato dal 21 settembre 2020.

Ieri, come racconta Andrea D'Orazio in un articolo sul Giornale di Sicilia in edicola, i contagi erano sopra quota 350 e, rispetto alla fine dello scorso mese, l'incidenza del virus più che raddoppiata, salita a 32,2 casi ogni 100mila perone, asticella più alta del Paese e sempre più vicina alla soglia critica dei 50 positivi ogni 100mila abitanti che, per legge nazionale, farebbe scattare automaticamente il giallo.

La Sicilia, insieme a Sardegna e Veneto ha l'incidenza più alta nel periodo di riferimento relativo alla settimana 9-15 luglio aggiornato al 15 luglio.

Lo spettro della zona gialla

Lo spettro del cambio di colore si fa sempre più concreto, ma le imprese non ci stanno e sono contrari anche i virologi come Carmelo Iacobello, direttore dell’Uoc di Malattie Infettive dell’ospedale Cannizzaro di Catania. In questa fase, più che sulle restrizioni, per Iacobello bisogna insistere sulle vaccinazioni.

Dello stesso avviso il professor Antonio Cascio, direttore dell’Uoc Malattie infettive al Policlinico di Palermo secondo cuoi la zona gialla non avrebbe molti effetti sull’andamento del virus. "Bisognerebbe piuttosto limitare i viaggi all’estero e spingere i giovani a vaccinarsi e a stare attenti alla movida sfrenata. Da questo punto di vista il green pass potrebbe essere molto utile: un motore per le vaccinazioni".

E dalla Regione arriva il pressing per cambiare i criteri per il cambio di colore delle Regioni. "Non possono più essere legati alla percentuale dei contagi, ma al tasso di ospedalizzazione - ha sottolineato il presidente Nello Musumeci, intervenendo ad Agorà Estate, su Rai3 -. In Sicilia, attualmente, siamo la seconda regione italiana per contagi Covid ma abbiamo, in totale, solo 21 ricoverati in terapia intensiva e 130 nei reparti ordinari, su 5 milioni di abitanti. Gran parte dei ricoverati, peraltro, risulta non vaccinata. L'esperienza deve indurci a rivedere il sistema, a fare scelte di buon senso. Sarebbe assurdo andare verso nuove restrizioni e chiusure con gli attuali criteri, determinando un disastro che non sarebbe sanitario ma economico".

I dati sui ricoveri

L'allarme in realtà arriva anche dai ricoveri. Il report contenuto nella scheda sugli indicatori decisionali che accompagnano il monitoraggio settimanale Iss-Ministero della Salute indica Toscana, Sicilia e Liguria con i dati più elevati relativamente all'occupazione delle terapie intensive con 3,4%, 3,1%, 2,8%. Per quanto riguarda l'occupazione in area medica riportano i dati più alti Calabria, Campania e Sicilia con, rispettivamente, 5,5%, 51%, 4,6%.

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