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Coronavirus, contagi in aumento in mezza Italia: ansia dopo gli assembramenti per gli Europei

La ripresa dei contagi è ormai un dato evidente, confermato dall'incidenza in crescita, con 19 regioni su 21 con evidenti segni di aumento dei casi. Risale anche il tasso di positività e aumentano i ricoveri. L'Italia è ancora tutta bianca, ma stanno emergendo differenze notevoli fra le regioni. L' incremento registrato nell'ultima settimana è stato di oltre il 52%, con quasi 8.000 casi, osserva il fisico Giorgio Sestili, fondatore della pagina Facebook 'Coronavirus-Dati e analisi scientifiche' e del network di comunicazione della Scienza 'giorgiosestili.it'.

In questo inizio di estate 2021 la situazione è solo apparentemente simile a quella di un anno fa: se allora l'incremento dei casi e l'indice Rt erano la chiave per comprendere l'andamento dell'epidemia, oggi secondo gli esperti è la vaccinazione a fare la differenza e i segnali da considerare diventano più numerosi e complessi. In questo quadro si attende di capire le conseguenze dei numerosi assembramenti per gli Europei di calcio, che potrebbero manifestarsi fra due o tre settimane.

Fra le regioni, i dati del ministero della Salute segnalano il maggiore incremento giornaliero dei casi nel Lazio (172), seguito da Sicilia (150), Emilia Romagna (118), Lombardia (95), Veneto (76) ,Campania (69), Toscana (66) e Sardegna (51); nelle altre regioni l'incremento è stato inferiore a 20 casi.

Considerando invece l'incidenza nell'ultima settimana, i dati del sito CovidTrends indicano un aumento in 19 regioni, in 10 delle quali si registra un l'incremento di oltre il 50%. I dati aggiornati al 12 luglio 2021 indicano che nell'ultima settimana è stato il Molise a registrare l'incremento maggiore, con il 271%, con Sardegna (+168%) e Veneto (116%); seguono a distanza, con valori superiori al 50%: Lazio (+90%), Emilia Romagna (+75%), Toscana (+60%), Liguria (+55%), Campania (+52%), provincia autonoma di Bolzano (+53%) e Sicilia (+52%).

Alla luce di questi dati è chiaro che, rispetto al luglio 2020, il quadro epidemiologico è molto diverso: "I numeri sono simili, ma allora - osserva Sestili - eravamo in una situazione di discesa della curva, non di risalita, e la differenza più grande è che allora non avevamo i vaccini".

Ma a preoccupare è il fatto che i numeri dei nuovi vaccinati sono sempre più esigui: ieri le prime dosi sono state solo 54 mila; due giorni fa erano state somministrate solo 52.851 dosi come prima vaccinazione, su un totale di 402.531 vaccini distribuiti nell'arco delle 24 ore. Per quanto riguarda la prima dose, si tratta di numeri particolarmente esigui, con un livello che non si registrava da febbraio scorso. Un dato evidente anche in una regione come la Sicilia che per settimane ha dovuto contrastare la diffidenza verso la vaccinazione soprattutto da parte degli ultrasessantenni.

Analizzando i dati ufficiali è evidente il calo delle prime vaccinazioni da giugno ad oggi: si è passati da oltre 400 mila in 24 ore, ad una media quotidiana sotto le centomila negli ultimi tre giorni. La corsa è quindi a convincere gli scettici e gli indecisi.

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