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Pochi dati certi e dubbi sui vaccini, cos'è la variante Delta che minaccia l'estate in Italia

La minaccia dell'estate si chiama variante Delta. E lo dimostra il picco in Gran Bretagna dove è ormai diventata dominante facendo impennare i contagi nel Paese fino a superare gli 11.000 nell'arco di 24 ore.

Variante Delta o ex variante indiana, è il ceppo che, come spiega il ministero della Salute, presenta una serie di mutazioni potenzialmente in grado di aumentare la sua trasmissibilità e il rischio di reinfezione. Dunque potrebbe essere più contagiosa.

Oltre all'allarme che arriva dalla Gran Bretagna, anche la Russia parla di situazione "estremamente difficile", mentre negli Stati Uniti la variante Delta è responsabile del 10% dei contagi e in Germania del 6%. In Italia? Non ci sono numeri certi, se non i dati dell'Istituto Superiore di Sanità (Iss) che fotografano ancora la circolazione dell'1% del maggio scorso. Ma è poco per avere un quadro chiaro visto che non si fa il sequenziamento e i segnali della variante Delta arrivano dai focolai presenti in diverse Regioni. Mentre casi e ricoveri continuano a diminuire ci si domanda come questa variante potrebbe far sentire il suo peso.

Intanto la Fondazione Gimbe rileva come in Italia stia aumentando la diffusione della variante Delta, citando i dati di maggio dell'Iss con differenze a livello regionale che vanno dal 2,5% della Lombardia al 2,9 della Sardegna e al 3,4% del Lazio. Più recenti i dati frutto dell'analisi delle sequenze genetiche del virus depositate nella banca dati internazionale Gisaid: condotta dal Gruppo di Bioinformatica del centro Ceinge-Biotecnologie avanzate e relativa al periodo 15 maggio-16 giugno, l'analisi indica che le sequenze della variante Delta depositate dall'Italia in un mese sono passate dall'1,8% al 3,4% e che provengono soprattutto dal Trentino-Alto Adige (48,3%), seguito da Puglia (29,3%), Campania (5.2%), Veneto (3.4%) ed Emilia-Romagna, Lombardia e Lazio (ciascuna con l'1.7%). Sebbene abbiano il vantaggio di essere più recenti, questi dati non sono comunque la fotografia della situazione reale.

Il fisico Giorgio Parisi propone una stima basata sui dati di un Paese dall'organizzazione confrontabile a quella italiana, la Germania, dove la circolazione della variante Delta arriva quasi a quadruplicarsi in un mese. Partendo quindi dal dato dell'Iss della circolazione della variante Delta dell'1%, "è ragionevole pensare che stia quadruplicando anche da noi" e che "potremmo aspettarci che in Italia diventi dominante per fine agosto".

Difficile anche stabilire quanto i vaccini proteggano contro questa variante: i dati britannici fanno pensare che i vaccini proteggano dalla malattia, limitando di conseguenza i ricoveri.
Ottimista anche l'immunologo Anthony Fauci, direttore dell'Istituto per le malattie infettive degli Stati Uniti (Niaid): "Non sono preoccupato per chi è vaccinato. La buona notizia - ha aggiunto - è che i vaccini che usiamo funzionano bene anche nei confronti della variante Delta. E questa è un'ottima ragione perché tutti si vaccinino".

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