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Zona gialla lontana, in Sicilia la rabbia dei commercianti. Lo chef Natale Giunta conferma: "Lunedì riapro"

La recente protesta dei ristoratori nei luoghi di Montalbano nel Ragusano

Un'altra settimana di zona arancione all'orizzonte. In Sicilia significa ristoranti e pizzerie ancora a mezzo servizio, con asporto e domicili ma senza clienti al tavolo. Significa limiti negli spostamenti e una ripartenza rimandata.

Nelle ultime ore, però, non sono mancate le pressioni su Roma, non solo da parte della politica ma anche dai commercianti e dagli imprenditori che rischiano di subire un altro duro colpo senza le tanto agognate riaperture. La tensione è alle stelle.

E c'è anche chi, come lo chef Natale Giunta, decide di infischiarsene del colore che lunedì sarà affiancato al nome della Sicilia e annuncia la riapertura del suo ristorante con tanto di consumazione al tavolo. Con un post sui suoi profili social, ha ribadito anche ieri la sua volontà di ripartire.

I numeri della pandemia in Sicilia sono migliorati rispetto alle scorse settimane, anche se ieri i nuovi contagi hanno superato quota mille. L'andamento della pandemia è dunque ancora incerto, la discesa è ancora solo accennata. Ma commercianti e imprenditori non si rassegnano e sperano che oggi - si potrebbe dire a sorpresa - venga annunciata la zona gialla nell'Isola. La decisione che arriverà da Roma dopo l'esito del consueto monitoraggio sarà figli anche del parametro Rt e di norma serve un indice sotto l'1 per 14 giorni per consentire il passaggio di fascia.

L'ufficialità arriverà nelle prossime ore. Nel frattempo le pressioni per la zona gialla si fanno sempre più forti. Ieri ha fatto sentire la sua voce anche Confcommercio Palermo, che attraverso il presidente Patrizia Di Dio ha sottolineato che "la Sicilia ha tutte le carte in regola per diventare 'zona gialla' e permettere la riapertura di numerose altre attività commerciali, chiuse ormai da troppo tempo".

Oggi interviene anche il presidente di Confesercenti Sicilia, Vittorio Messina: "Richiamare i cittadini al senso di responsabilità è eticamente comprensibile e decisamente pertinente in una situazione come quella in cui ci troviamo ma la politica non può puntare le sue carte solo su appelli di questo genere mentre le imprese e le famiglie siciliane stanno pagando un prezzo altissimo a causa delle conseguenze della pandemia”. E attacca il governo regionale: “Rispetto al governo nazionale la giunta Musumeci non è riuscita neanche a muoversi verso l'ipotesi di un rischio calcolato, per quanto riguarda la ripartenza, dimostrando scarsa attenzione verso quel mondo produttivo da cui dipende la risposta più efficace al superamento di una crisi che rischia di essere dirompente rispetto alla tenuta degli equilibri della vita sociale dell'Isola”.

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