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Vaccino Astrazeneca, l'Ema si pronuncerà alle 16: possibili limiti d'età per la somministrazione

Dosi di vaccino AstraZeneca

L’Agenzia europea del farmaco si pronuncerà oggi sulla nuova valutazione della commissione di farmacovigilanza sul rischio (Prac) del vaccino di AstraZeneca, in relazione agli eventi rari di trombosi cerebrale. E lo farà alle 16, in conferenza stampa, come è stato reso noto dalla stessa Ema in una nota.

L'Agenzia potrebbe dire ribadire quanto detto meno di un mese fa, quando aveva fatto rientrare la trombosi cerebrale tra gli eventi avversi, oppure imporre limiti d'età come hanno già fatto arbitrariamente alcuni Paesi europei, Francia e Germania su tutti. Questa ultima decisione deriva dall’osservazione che i casi di trombosi venosa cerebrale, con calo del numero delle piastrine e un aumento della proteina d-dimero, si registrano soprattutto tra i vaccinati under 60, e in particolare nelle donne, dopo circa 4-16 giorni dall’inoculazione.

Anche l’Italia si starebbe ponendo il problema di cosa fare con il vaccino prodotto da AstraZeneca, proprio in questo mese che viene visto come fondamentale per l’accelerazione della campagna vaccinale. Il vaccino prodotto da AstraZeneca, prima somministrato solo agli under 55, potrebbe adesso venire riservato soltanto agli over 60. Se comunque l'Ema non dovesse imporre limiti d'età, probabilmente ogni Nazione deciderà da sola cosa fare. Germania e Francia continueranno a limitare il farmaco, e anche l’Italia potrebbe optare per questa scelta. L’ultima parola spetterà comunque all’Aifa, l’Agenzia del farmaco, che è in attesa dell’istruttoria del comitato Prac di Ema, l’agenzia europea del farmaco.

Già 4 giorni fa, il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, aveva dichiarato che l'Italia "non fermerà AstraZeneca come ha fatto l’Olanda. Bisogna andare avanti con la vaccinazione", non escludendo tuttavia un intervento a livello europeo sulle fasce d’età per la somministrazione del vaccino anglo-svedese: "L'Ema credo dovrà pronunciarsi nuovamente peer introdurre un limite di età", ha osservato, "non per bloccare o sospendere la somministrazione. Individuata la fascia d’età con un rischio maggiore di trombosi, si mette un limite per la somministrazione o un’avvertenza che preveda un monitoraggio di chi viene vaccinato".

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