Verranno interrogati venerdì dal gip di Trapani i tre indagati, finiti ieri ai domiciliari, nell’ambito dell’inchiesta sui dati falsi sulla pandemia in Sicilia comunicati all’Istituto Superiore di Sanità. Davanti al gip per l’interrogatorio di garanzia compariranno la dirigente generale del Dasoe Maria Letizia Di Liberti, il funzionario della Regione Salvatore Cusimano e il dipendente di una società che si occupa della gestione informatica dei dati dell’assessorato Emilio Madonia.
Ieri l’ex regionale assessore alla Salute Ruggero Razza, che è indagato, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Dopo gli interrogatori il fascicolo, aperto dai magistrati di Trapani, verrà trasmesso alla Procura di Palermo, competente per territorio a indagare sulla vicenda.
I 180 morti nascosti nel 2020
Centottanta decessi nascosti nel 2020. E poi «spalmati» nel 2021 durante la quotidiana comunicazione all’Istituto superiore della Sanità da parte dell’assessorato regionale alla Salute. E' una delle anomalie nella gestione dell’andamento della pandemia scoperta dalla Procura di Trapani nell’ambito dell’indagine. Secondo la procura trapanese, Di Liberti e Salvatore Cusimano, dipendente regionale e suo stretto collaboratore, avrebbero aumentato «i decessi, comunicando il numero di +15 in luogo di + 4, per recuperare - si legge nel provvedimento del gip - il dato relativo a +180 morti del periodo marzo-aprile 2020 mai comunicati prima». Siamo al 19 marzo 2021 quando Giuseppe Rappa, dipendente dell’Asp di Palermo, chiama la Di Liberti per avere indicazioni su cosa debba fare, perché «oggi ci sono solo 4 soggetti deceduti». «Li sta facendo Salvo i ricoveri, io mi sto dedicando ai deceduti, stiamo facendo un giro di telefonate per sistemare un poco la situazione - dice - Domanda: deceduti di oggi ne abbiamo 4, vuol dire che se diamo quelli che abbiamo a domicilio non ne abbiamo più da parte, siccome ne abbiamo una sfilza, ne abbiamo 27, che sono vecchi deceduti che non abbiamo mai comunicato eh.. noi aspettiamo autorizzazione se li possiamo comunicarli o meno». «Quanti sono in totale oggi?», chiede la dirigente. «In totale oggi nei presidi ospedalieri sono 4 - le risponde Rappa - Però finendo questi, ci rimangono che abbiamo 27 deceduti che sono misti tra domicilio e ospedali». La Di Liberti ha la soluzione: «Eh.. cominciate a metterne qualche altro per arrivare a 15.. e recuperiamo qualcuno dei vecchi». «Ma sono vecchi nel senso che risalgono a marzo - aprile dell’anno scorso (marzo aprile 2020 ndr.)», dice Rappa. «Addirittura! - sbotta la Di Liberti - oggi ne aggiungete un 10 e basta». «E nel fine settimana se non ce ne comunicano altri, li possiamo prendere quelli vecchi?» chiede il dipendente. «Poi ne parliamo.. vediamo intanto cosa viene fuori», risponde la donna. Il Nas, che conduce le indagini, ha inviato almeno 40 comunicazioni di dati falsi inviate all’ISS.
I dati "spalmati"
«Abbassare», «spalmare», «togliere». Sono i verbi che danno il senso della «elasticità, commenta il gip di Trapani, con cui i dati pandemici vengono trattati dalla dirigente generale del Dipartimento regionale per le Attività sanitarie e osservatorio epidemiologico dell’assessorato della Salute, Maria letizia Di Liberti, fra i tre arrestati.
Ma c'è di più secondo la gip di Trapani: «I valori indicati sembrano totalmente disancorati dalla realtà e lascia sgomenti il modo di fare degli indagati, del tutto dimentichi delle tragedie personali, familiari e collettive che stanno ovviamente dietro quei numeri che avrebbero dovuto essere correttamente accertati e comunicati».
Per la giudice Caterina Brignone, Razza, «nell’apprendere consapevolmente dalla dirigente generale Di Liberti l’elasticità (abbassare, spalmare, togliere) con cui la stessa tratta i dati pandemici ricevuti dalle articolazioni del Servizio sanitario regionale, nulla ha da obiettare, nonostante la loro corretta elaborazione rappresenti, nell’attuale emergenza sanitaria, l’unico strumento valido per adottare idonee misure di contenimento della diffusione del virus Covid-19». Parole ed espressioni come quell'ormai nota «spalmiamoli un poco», utilizzata da Razza a proposito dei morti di Biancavilla, nel Catanese.
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