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Le modifiche al Dpcm: verso la chiusura di bar e ristoranti nel weekend in tutta Italia

Il primo Dpcm del governo Draghi è entrato in vigore da meno di una settimana ma è già destinato a subire delle modifiche. La cabina di regia si è riunita ieri a Palazzo Chigi e ha esaminato il recente parere espresso dal Comitato tecnico scientifico sulle ulteriori misure da adottare per piegare la curva dei contagi da Coronavirus.

A farne le spese potrebbero essere ancora bar e ristoranti: per loro si profila una chiusura totale il sabato e la domenica anche anche nelle regioni che si trovano in fascia gialla. Un intervento che ricalca quanto chiesto dagli esperti del Cts, secondo cui bisognerebbe agire nei weekend esattamente come fatto a Natale: una zona rossa in tutta Italia per evitare il più possibile gli assembramenti.

Con questa nuova misura, nei weekend sarebbe vietata l'apertura di bar, ristoranti, gelaterie e pasticcerie per l’intera giornata e verrebbe consentito l'asporto di cibo e bevande fino alle 18 per i bar e fino alle 22 per ristoranti, enoteche e vinerie e la consegna a domicilio. L'ipotesi di una nuova stretta però fa già montare la protesta dei ristoratori, ridotti allo stremo dopo un anno di restrizioni e chiusure.

"Si sta scegliendo di condannare a morte un intero settore - denuncia Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia -. La salute prima di tutto, certo, ma è stato miope prima non tradurre in azioni le valutazione del Cts su contagi e ristoranti, e poi ignorare le differenze fra chi ha messo in campo sforzi enormi per adeguarsi alle norme e quegli esercizi che invece non hanno la possibilità di evitare gli assembramenti, era il momento di distinguere fra ristoranti e bar ma non è stato fatto".

"In gioco, considerando l’insieme di una filiera iperconnessa che va dalla produzione alla ristorazione, ci sono 240 mila posti di lavoro -  ricorda Scordamaglia - il rischio è di uscire dall’emergenza sanitaria e non avere le forze per superare un'emergenza economica che si annuncia senza pari e che non riguarda solo ristoranti ma un intero settore produttivo, l’agroalimentare, e le sue filiere d’eccellenza".

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