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Quasi un mese in zona gialla e record di guariti, in Sicilia voglia di ripartenza: il sogno delle zone Covid free

La Sicilia si avvia a cominciare la sua quarta settimana in zona gialla. Quasi un mese a restrizioni ridotte che al momento non sembrano aver inciso significativamente sui contagi visto che l'Isola ha un Rt tra i più bassi d'Italia: 0,79 rispetto a una media nazionale dell'1,06.

Mentre si assiste a una nuova crescita dei casi di Covid-19 in Italia, con una curva dell'epidemia che sta velocemente virando verso l'alto e l'indice di trasmissibilità Rt che torna a salire raggiungendo quota 1,06, la Sicilia continua a registrare un calo dei contagi Covid, sia per quanto riguarda il numero dei nuovi casi sia, soprattutto, in relazione al saldo con il numero di persone guarite che ieri ha registrato un nuovo record: 2.374. Resta sostanzialmente stabile il dato dei ricoveri in ospedale che sono 790; 4 in meno rispetto a ieri, di cui 120 in terapia intensiva, due in più.

VOGLIA DI RIPARTENZA

Con questi numeri c'è chi comincia a pensare già al futuro come la Confesercenti regionale che lancia la proposta di "fare delle Isole minori siciliane mete Covid free per far ripartire nell'immediato il turismo". L'idea è quella di vaccinazione di massa tra gli abitanti delle isole "per consentire arrivi in sicurezza e far crescere l'appeal della regione sui mercati internazionali". Una richiesta contenuta in un documento consegnato all'assessore regionale agli Autonomie Locali Marco Zambuto da una delegazione composta anche dai sindaci delle isole, dalle Pelagie alle Eolie, dalle Egadi a Pantelleria.

NEL RESTO D'ITALIA

Buona parte del Paese è in apprensione per l'aumento dei contagi. L'attenzione e le misure, avverte l'Istituto superiore di sanità (Iss), devono essere massime poichè ci troviamo in un momento "critico".
Si aggrava anche la situazione nelle terapie intensive e nei reparti ospedalieri, dove si conferma il trend in aumento dei ricoveri. Sono infatti 2.525 i pazienti in rianimazione per Covid-19, mentre nei reparti ordinari ci sono 20.374 persone. Attualmente, sono 9 - contro le 8 della scorsa settimana - le Regioni e Province autonome con un tasso di occupazione in terapia intensiva e/o aree mediche sopra la soglia critica del 30%.

Proprio l'occupazione delle terapie intensive rappresenta uno dei parametri di maggiore allerta, insieme all'Rt che, per la prima volta dopo 7 settimane, torna a collocarsi sopra il valore soglia di 1. Altro parametro con un trend critico è quello dell'incidenza: il monitoraggio settimanale indica infatti una incidenza nazionale che sfiora i 200 casi (194,87 ) per 100.000 abitanti, con una previsione di ulteriore peggioramento. Ma la soglia di incidenza pari a 250 casi/settimana per 100.000 abitanti, che impone il massimo livello di mitigazione possibile, è stata superata questa settimana già in cinque Regioni/PPAA: Trento, Bolzano, Emilia-Romagna, Marche e Lombardia.

Insomma, l'andamento dell'epidemia non lascao spazio all'ottimismo. C'è, ha avvertito il presidente Iss Silvio Brusaferro nella consueta conferenza stampa al ministero della Salute per l'analisi dei dati del monitoraggio, "uno scenario di progressione rapida della diffusione del virus in tutta Italia e ci avviciniamo alla soglia di allarme di 250 casi per 100mila abitanti, che rende necessarie misure tempestive". Il raggiungimento di tale soglia porterebbe, secondo quanto stabilito dall'ultimo dpcm, alla chiusura delle scuole. La misura può essere disposta dai Presidenti delle regioni o province autonome.

Conseguenza delle varianti, anche un aumento dei focolai ospedalieri, mentre decrescono quelli nelle rsa ed i contagi diventano soprattutto intra-familiari. Il momento è "critico" rispetto alla tendenza dell'epidemia, ha sottolineato anche il direttore della Prevenzione del ministero della salute Gianni Rezza, ma "possiamo intervenire tempestivamente anche dando impulso alla campagna vaccinale".

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