Sono in netto aumento i casi di Coronavirus tra gli adolescenti italiani, con percentuali mai così alte prima d'ora: a riprova che la diffusione del contagio nelle scuole si fa sempre più esteso. A partire dalla fine di gennaio l'incidenza dei casi di Covid-19 nella fascia sotto i 20 anni ha superato, per la prima volta da inizia pandemia, quella delle fasce di popolazione più adulte, e a febbraio è rimasta leggermente più alta. Lo sottolinea un 'Focus sull'età evolutiva' prodotto dall’Iss e presentato lo scorso venerdì al Cts.
L’incidenza di gennaio/febbraio è stata intorno ai 150 casi per 100mila abitanti. Il valore più alto è registrato fra i 13-19 anni, poco meno di 200 casi ogni 100mila abitanti, mentre nei più piccoli è minore. Nelle fasce di età più giovani, fra i casi diagnosticati rimangono pochissimi quelli gravi, mentre quelli lievi sono circa il 60% e il resto sono pauci sintomatici.
Il rapporto ha censito anche il numero assoluto dei casi nella fascia di età sotto i 20 anni, che sono stati sopra i 106mila a novembre per poi scendere a circa 61mila sia a dicembre che a gennaio. Sempre a novembre si è raggiunto il picco di ricoveri in terapia intensiva per queste fasce, 53, scesi poi a 25 a dicembre e 21 a gennaio. Stesso andamento per i decessi, otto a novembre. Numeri che preoccupano e tengono in ansia anche le scuole siciliane: sull'isola slitta di una settimana, quasi ovunque, il potenziamento delle lezioni in presenza.
Troppo complicato mettere a punto un sistema di trasporti che preveda più bus in circolazione per spalmare su più corse un maggior numero di studenti. Le difficoltà hanno così portato molti presidi e sindaci a mantenere le lezioni in aula alle superiori limitate al 50% degli alunni. Gli altri continueranno a seguire da casa, con la didattica a distanza.
L’assessore all’Istruzione Roberto Lagalla aveva diffuso giovedì una circolare in cui lasciava ai presidi la possibilità di graduare il rientro al 75%. Ma fra venerdì e sabato una serie di riunioni nelle varie prefetture hanno fatto emergere la necessità di disporre in modo generalizzato il rinvio di almeno una settimana del rientro in classe dell’ulteriore quota del 25% di alunni. È successo a Trapani, Messina, Catania, Agrigento, Ragusa, Caltanissetta. Caso a parte invece Enna, dove la diffusione del contagio ha spinto il sindaco a chiudere tutte le scuole per due settimane.
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