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Coronavirus, Italia prima in Europa per numero di decessi. L'Iss avverte: "Troppi contagi"

L’Italia ha superato la Gran Bretagna per numero di decessi per Covid-19 e risulta così prima in Europa. Lo riporta Afp che tiene un proprio conteggio. Il bilancio totale delle vittime in Italia, secondo Afp, è a 64.036. Nel mondo la precedono gli Stati Uniti (296.105), Brasile (180.437), India (142.628) e Messico (113.019).

Il nostro Paese si trova ancora una fase "critica" e "grave", con un’incidenza di nuovi casi ancora troppo alta sia su un periodo di 14 giorni che sull'ultima settimana di rilevazione dei dati. Lontani, dunque, dalla possibilità di contenere con il tracciamento.

Da qui l’appello alla "massima attenzione" e al "rigore nel rispetto delle regole in maniera particolare sotto le festività natalizie e di fine anno "perché a gennaio e febbraio non sarà tutto risolto", nonostante l’atteso arrivo dei vaccini.

L'allerta anche alla luce della stima diffusa dall’Agence France presse (Afp) in base alla quale l’Italia ha il bilancio delle vittime da Covd-19 più alto in Europa, avendo superato il Regno Unito per numero di decessi. Il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, e il direttore della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, hanno così delineato il quadro epidemiologico Covid-19 in Italia durante la conferenza stampa organizzata al dicastero, insistendo sul fatto che basta poco perchè ci sia una ripresa.

"Il messaggio è di grande cautela", dice Brusaferro ribadendo il concetto di un Natale-Covid, sotto l'insegna del distanziamento e di limitare al massimo i momenti conviviali. "Mascherina e distanza di un metro anche a casa", dice Rezza.

Una linea di rigore ribadita dal ministro della Salute, Roberto Speranza. "La mia linea è, e resta, quella della prudenza e ribadisco con forza - dice in un Forum Ansa - la necessità di non vanificare i sacrifici fatti". La priorità, sottolinea Brusaferro, è quella di avere un numero di nuovi casi "significativamente più basso" che tenga all’urto della ripresa di gennaio. Dunque non c'è spazio a nessun "rilassamento delle regole".

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