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Coronavirus, bollettino del 17 luglio: in Sicilia 4 nuovi positivi, tre a Catania e uno a Palermo

Sono quattro i nuovi casi positivi al Coronavirus in Sicilia rispetto a ieri e sono raddoppiati i ricoveri in ospedale in due giorni. Si evince dal bollettino del Ministero della Salute. Si tratta di tre casi registrati a Catania e uno a Palermo. In totale nella nostra isola sono dunque 3.136 i positivi. Sono 9 in tutto, attualmente, le persone ricoverate mentre 149 in isolamento domiciliare. Svuotata già da giorni la terapia intensiva. I decessi in Sicilia rimangono 283; sono 2.400 i tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore.

Resta in linea rispetto ai dati di ieri il numero di nuovi contagi da coronavirus in Italia: nelle ultime 24 ore sono stati registrati 233 casi (ieri 230) per un totale che sale a 243.967. E’ quanto emerge dall’ultimo bollettino diffuso dalla Protezione civile, secondo cui gli attuali casi di positività sono 12.456 (17 in meno di ieri) mentre i dimessi e guariti sono 196.483 (237 in più). Dei 233 nuovi casi di contagio da coronavirus 55 (pari al 23,6%) sono stati registrati in Lombardia e Veneto, e 54 in Emilia Romagna.

Continua a essere in calo il numero di pazienti ricoverati in terapia intensiva: sono 50, tre in meno rispetto a ieri. La cifra degli attuali positivi (12.456) comprende anche 771 ricoverati con sintomi e 11.635 in isolamento domiciliare. Scende il numero dei morti: sono 11, quando ieri sono stati 20. Il numero complessivo delle vittime è di 35.028.

"Il nostro auspicio è lavorare perchè in un tempo breve la comunità scientifica possa darci un vaccino e terapie adeguate che ci consentano di risolvere in via definitiva questa battaglia. Lavoriamo, stiamo investendo anche come governo sia per la ricerca del vaccino sia sulla ricerca di terapie. Fino a quando non avremo nè vaccino nè terapia abbiamo bisogno di un atteggiamento di massima cautela". Lo ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, a chi gli ha chiesto se tema una nuova ondata di casi di Coronavirus.

"E dove si dovessero verificare focolai, come sta avvenendo qua e là nel Paese, dobbiamo essere prontissimi a intervenire nel più breve tempo possibile perchè più si interviene con determinazione e meno il virus si diffonde - ha aggiunto -. Il nostro auspicio è che non si arrivi più a una chiusura totale, però questo non sta scritto nel cielo, ma dipende da noi prima di tutto dai comportamenti di ciascuno di noi a rispettare queste regole essenziali delle mascherine, del distanziamento, del lavaggio delle mani, perchè quelle ci possono mettere in condizione di gestire la fase di convivenza col virus", ha concluso.

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