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Mascherine obbligatorie in Sicilia ma non in tutti i casi, Musumeci: "Sanzioni nei prossimi giorni"

Mascherina obbligatoria anche all'aperto in Sicilia, ma solo nei luoghi affollati, e nei prossimi giorni potrebbero arrivare le sanzioni per chi non rispetta le regole. Il testo dell'ordinanza di Musumeci per la Sicilia dice: "Ferme le specifiche disposizioni sull’uso di dispositivi di protezione individuale e del distanziamento, è obbligatorio nei luoghi pubblici e aperti al pubblico l’utilizzo di mascherina o altro strumento di copertura di naso e bocca. Il dispositivo protettivo deve, comunque, essere sempre nella disponibilità del cittadino nella eventualità in cui ne sia necessario l’utilizzo".

La Regione ha poi chiarito che è solo obbligatorio portarle con sé e che bisogna necessariamente indossarla solo quando non si può garantire una distanza interpersonale idonea a proteggere dal rischio del contagio. In sostanza, se un cittadino si trovasse per strada da solo o comunque ben distanziato da altri soggetti, l'uso del dispositivo di protezione non è obbligatorio, ma resta l'obbligo di averlo sempre con sé.

"Per ora non abbiamo posto alcuna sanzione per chi gira senza mascherina - ha detto il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, intervenendo alla trasmissione Omnibus su La7 -, ma ho visto tante persone che girano senza e non escludo nei prossimi giorni di prevedere sanzioni".

"Dobbiamo abituarci - ha affermato il governatore nella diretta Facebook con cui ha spiegato la nuova ordinanza - perchè l’abbiamo prevista per tutti i luoghi esterni".

CHI È ESENTATO. Ma la mascherina non è obbligatoria per tutti: sono esentati i bambini al di sotto dei sei anni e i soggetti con forme di disabilità che ne rendano incompatibile l’uso. Nessun obbligo anche per chi svolge attività motoria, ma deve mantenere il distanziamento di due metri due, e utilizzare il dispositivo alla fine della stessa attività fisica.

La Regione dovrà anche chiarire come comportarsi in spiaggia, anche se al momento è stato recepito il Dpcm di Conte, secondo cui chi scende in spiaggia dovrà indossare la mascherina fino al raggiungimento della postazione assegnata e analogamente all'uscita dallo stabilimento. In altri termini, se si è distesi sul lettino a prendere il sole, secondo il Dpcm di Conte, la si potrà togliere. 

Sulle spiagge tra l'altro, Musumeci ha detto che la Regione sta prendendo tempo: "Abbiamo preso tempo per l’apertura degli stabilimenti balneari e nei prossimi giorni incontrerò i gestori, perchè ancora non sono chiare le linee guida. Il problema - ha aggiunto - è quello delle distanze, noi siamo per i tre metri e mezzo di distanza tra gli ombrelloni. Le spiagge libere le demanderemo alle competenze dei comuni e sono loro che dovranno dirci se hanno i vigili urbani per controllarle. Nelle linee generali alcune competenze le affidiamo ai sindaci perchè solo loro possono dirci se hanno il personale necessario".

AUTONOMIA.  Nel corso del suo intervento su La7, Musumeci ha spiegato: "Noi abbiamo chiesto autonomia e questo vuol dire soprattutto responsabilità, significa capacità di assumere l'onere delle conseguenze, sia positive che negative. Il governo su questa tesi ha tergiversato, ha perso tempo e abbiamo perso una notte insonne nel confronto con Roma, ma alla fine le linee guida che noi regioni avevamo proposto al presidente del Consiglio sono diventate materia del premier".

Adesso l'Italia prova a ripartire facendo i conti con una grave crisi economica. "A parte un po' di teatralità - ha sottolineato Musumeci - la verità è che l’Italia non è un territorio omogeneo, anche dal punto di vista del dato epidemiologico e questo è sotto gli occhi di tutti. Il mezzogiorno se l’è passata meglio. La riapertura rappresenta una molla psicologica, qui siamo al deserto dell’economia, ognuno spera di poter guardare avanti con un minimo di prospettiva. Davanti abbiamo due domande: quanti posti di lavoro perdiamo? Quante vite umane perdiamo? Sono due facce della stessa medaglia e nessuno può dare una risposta certa, perchè non abbiamo esperienza, non abbiamo parametri con i quali rapportarci. Credo sarà necessario rapportarci con il dato epidemiologico e se il dato dovesse subire variazioni si dovrà intervenire subito, senza aspettare Roma, ma oggi in Sicilia respiro un’aria nuova, è tornato il sorriso in bocca".

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