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Il trend della Sicilia alla vigilia della Fase 2: la curva del contagio scende ma non c'è il crollo

La Sicilia entra nella fase 2 dell’epidemia di coronavirus con quelli che probabilmente sono i dati migliori d’Italia, considerando che l’Isola è una delle Regioni più popolose della Penisola (la quarta, per l’esattezza) e che soprattutto al Nord ci sono, purtroppo, ben altri impatti e tragedie legate alla pandemia.

Miglior indice di contagio (R 0,3 circa), secondo miglior rapporto tra contagiati e popolazione (“solo” lo 0,064% dei siciliani si è ammalato, meglio solo la Calabria), con Palermo miglior capoluogo di Regione per i malati in relazione con gli abitanti (0,040%), ieri quattro province su nove hanno avuto crescita zero (Caltanissetta, Trapani, Ragusa e Agrigento) e con un tasso di mortalità che la colloca al penultimo posto in Italia.

Traguardi raggiunti, è giusto sottolinearlo, grazie al contributo di tutti i siciliani, che fino a questo momento hanno rispettato (diciamolo: anche più di quanto ci si attendesse) le norme del governo nazionale e della Regione, con Musumeci e il suo assessore alla Sanità Ruggero Razza che per il momento  hanno ottenuto un ottimo risultato.  Il tutto condito anche da un pizzico di fortuna che non guasta mai. Proprio Razza però ha chiarito qualche giorno fa che il contagio, con le nuove aperture, potrebbe risalire: dipende sempre dai cittadini e del rispetto delle norme.

Guardando i casi degli ultimi sette giorni però si nota che sì, la curva tende a scendere, ma forse con più lentezza di quanto in realtà ci si attendesse. Qualche settimane fa una previsione dava il 30 aprile come “contagio zero”, ma si era subito capito che difficilmente era un obiettivo raggiungibile.

Nonostante i numeri positivissimi (sempre con tutti gli scongiuri possibili), dunque, anche la Sicilia sembra un pò ostaggio di quella sorta di infinito “plateau” verso quel contagio zero tanto atteso. L’obiettivo non è lontano, ma il crollo non c’è stato, anche se negli ultimi sette giorni il calo come detto è stato più marcato rispetto alla settimana precedente (ma lì pesava il dato di Pasqua e Pasquetta).

Nella settimana dal 25 aprile al 2 maggio, c’è stata una crescita dei casi di coronavirus del 6,3%, da 3020 a 3213, dunque 193 contagiati in più. Dal 18 aprile al 25 aprile erano stati 348, con +13%.

Dal 3 al 10 aprile l'aumento era stato di 432 unità (da 1932 a 2364), con una percentuale del 22%. Esattamente la metà di quanto avvenuto la settimana prima (44%) e nulla in confronto a quanto avvenuto dal 21 al 28 marzo, quando si era arrivati ad un preoccupante +177%.

Per la prima volta, invece, i malati che ancora lottano ancora col Covid-19 sono in diminuzione da una settimana all’altra. Il 25 aprile gli “attuali positivi” erano 2272, ieri invece secondo il dato della Regione erano 2186 (-86). Dal 18 al 25 aprile c’era invece stato un aumento di 101 unità.

Buoni anche i dati per quanta riguarda i ricoveri e le terapia intensiva: ci sono 59 persone in meno (da 485 a 426) in ospedale rispetto ad una settimana fa, con tre posti in meno occupati nelle intensive. Netto balzo dei guariti (787 contro 524), ben più delle vittime (da 224 a 240), con un giorno dove non si è registrato neppure un decesso (prima volta dal 21 marzo). Poco più di sedicimila i tamponi effettuati negli ultimi sette giorni. Altro dato importante: su quasi 25000 cittadini siciliani testati dopo essere rientrati dal Nord, soltanto 263 sono risultati positivi, poco più dell’1%.

La Fase 2 però sarà con misure uguali in tutta la Penisola perchè il Governo «non tiene in considerazioni le notevoli differenze tra le Regioni": ci sono ancora troppi rischi per il Nord, e di contro troppe limitazioni per il Sud, sottolinea Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe. Giusto? Sbagliato? Musumeci ha sempre agito con il massimo rigore (a volte anche oltre) possibile, e per ora i numeri gli hanno dato ragione. C’è da vedere però come reagiranno i cittadini se prenderanno “fase 2” come “liberi tutti”. Intanto domani rientrerà a lavoro il 43,3% dei siciliani: un dato basso rispetto alle Regioni del nord, si spera non determinante per far risalire il contagio.

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