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Coronavirus: mascherine arma per la Fase 2, ma a Palermo 7 farmacie su 10 non le hanno ed è allarme rincari

Le Regioni puntano sulle mascherine soprattutto per Fase 2 dopo Pasqua

Le mascherine come nuova 'arma' utile alla popolazione per affrontare la Fase 2. In mezza Italia si annunciano ordinanze sull'obbligo di dispositivi di protezione individuale, affinché proteggano contro la diffusione del Covid-19 anche nella futura fase di ripresa delle attività.

In Sicilia si dovrebbe decidere oggi, ma l'orientamento, ha spiegato l'assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, è «quello di rendere obbligatorio l'uso di queste protezioni solo nelle aree commerciali, nel solco delle misure restrittive che abbiamo già intrapreso e che ci hanno permesso di contenere l'epidemia nel territorio, seguendo dunque criteri scientifici e non un mero sensazionalismo».

L'idea, dunque, è quella di imporre le mascherine del tipo chirurgico nei supermercati o in tutti quegli spazi chiusi, sottolinea Razza, «dove tenere il distanziamento fisico di un metro e mezzo può diventare complicato». Per metterla in pratica servirà ovviamente una enorme quantità di materiale, superiore a quella «che abbiamo già in dotazione per il personale sanitario, ma risolveremo anche queste criticità, attraverso le produzioni regionali che si stanno attivando».

Ma sull'uso delle mascherine l'Oms, nelle linee guida per i Paesi, frena: "Devono essere usate nell'ambito di altre misure, da sole non fermano la pandemia" e "l'uso di massa di questi dispositivi da parte delle persone può aggravarne la carenza".

Un altro ostacolo, come indicava Razza, arriva dalla quantità di dispositivi in dotazione, ma non solo. Se si dovesse obbligare l'uso delle mascherine, anche se solo in alcuni luoghi, bisognerebbe limitare le speculazioni sui prezzi e le difficoltà di approvvigionamento. Un'indagine condotta da Altroconsumo fotografa l'attuale situazione: nel 43% delle farmacie contattate in otto città italiane, le mascherine non sono disponibili, soprattutto in Sicilia.
La ricerca è stata effettuata su 122 farmacie e parafarmacie contattate ai primi di aprile a Palermo, Bari, Bologna, Firenze, Milano, Napoli, Padova e Roma e ha rilevato anche una lista dei prezzi: 2 euro in media per una mascherina chirurgica, con differenze fino al 1.200%.

"L'indagine - spiega Altroconsumo - ha confermato però l'esperienza di molti di noi e cioè che la fornitura di questi prodotti è ancora ben lontana dall'essere capillare e la situazione sul territorio non è omogenea. Ci sono città come Padova nelle quali le abbiamo trovate sempre e città come Roma e Palermo nelle quali sono risultate difficili da reperire. A Milano, capoluogo della Lombardia, Regione in cui dal 5 aprile è vietato uscire senza, quasi una farmacia su due ne è priva. Dato comune al resto d'Italia, dove nel 43% dei punti vendita non ci sono mascherine".

Per quanto riguarda i tipi di mascherine disponibili, si tratta quasi sempre di dispositivi chirurgici o similchirurgici (cioè di mascherine concepite per proteggere gli altri da chi le indossa e non viceversa), per lo più in carta, cotone, lavabili, a tre strati. Per i veri e propri dispositivi di protezione individuale, quelli dotati di filtro FPP2 e FPP3, la disponibilità è minore se non addirittura inesistente (per le FPP3). In una farmacia di Napoli una mascherina definita "chirurgica" viene venduta a 6 euro e 50 centesimi al pezzo, ben il 1200% in più rispetto ai 50 centesimi del minimo venduto a Milano. In media, una mascherina chirurgica è venduta a circa 2 euro al pezzo, una FPP2 a quasi 10 euro e una FPP3 (trovata in un solo punto vendita) a 35 euro. A Roma il 76,2% delle farmacie contattate non aveva le mascherine, a Palermo il 70%, a Bologna il 50%, a Milano il 42,5%, a Firenze il 35%, a Bari il 30%, a Napoli il 25% non le aveva. A Padova, invece, tutte le farmacie contattate ne avevano disponibili.

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