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Coronavirus, l'appello di Catena Fiorello: "Non è più tempo di fare gli stupidi, siate responsabili"

Catena Fiorello

L'emergenza coronavirus appartiene a tutto il mondo, dagli anziani ai bambini, ed ecco che con il passare dei giorni il Covid-19 fa sempre più paura anche se c'è ancora chi disattende le regole imposte dal governo per fronteggiare la crisi. A lanciare un accorato appello è anche la scrittrice catanese Catena Fiorello, attraverso il proprio profilo Facebbok.

"Ora è il tempo della maturità, della responsabilità, della serietà - scrive -. Ora è il tempo degli obblighi, della civiltà. NESSUNO, NESSUNO, nemmeno i ragazzini possono più permettersi di dire “ma dài, chissene...”. Oramai è il tempo in cui ognuno di noi DEVE capire di essere responsabile anche per la salute degli altri. Inoltre NESSUNO di noi può sapere se è già contagiato dal coronavirus (con virus incubato e preso chissà dove). Ci vogliono giorni perché la malattia si manifesti. Ripeto, ora non è più tempo di fare gli stupidi con polemiche sterili sui Social, o di fare i maestrini dicendo “si fa così, non è vero questo, non è vero quello”. I nostri commenti non sono attendibili - prosegue -, perché chi non è medico o specializzato in altre materie scientifiche attinenti al problema, faccia il bravo e non dia lezioni all’umanità".

"Ora dobbiamo restare a casa - scrive su Facebook -. Ora dobbiamo fare silenzio. Ora gli stupidi si mettano un cerotto sulla bocca (e purtroppo gli stupidi non pensano mai di esserlo e parlano più degli altri, e quindi di questi cerotti inutilizzati ne troveremo a iosa sparsi sulle bacheche). Ora, ripeto, è tempo di non fare i capricciosi, prendendocela col “governo ladro”. No, ora il Governo (carente, discutibile, non mi piace, meglio quegli altri, io non ci credo, e tutte le invettive possibili che avete in tasca) deve essere ascoltato. In Cina milioni e milioni di persone si sono recluse in casa e si parlavano dai balconi. Ve le ricordate le immagini nei TG? Ebbene, loro piano piano ne stanno uscendo. Noi invece abbiamo ancora orde di imbecilli che se vanno a fare la movida, perché loro non hanno paura. Ma vi rendete conto? Stasera in TV una signorinella diceva - Ma Milano non si può fermare!! Noi dobbiamo continuare a... e bla bla bla. Vi sembro troppo dura? No. Sono una che ha paura di beccarsi un virus che non è detto che non mi faccia crepare (e chi può saperlo?)".

"Smettiamola con la solita solfa che muoiono solo gli anziani - precisa -. NON È VERO, CRISTO! NON È VERO. Capita anche a persone più giovani, per altre complicanze. Ma li leggete i giornali? Li guardate i TG? Vi informate seriamente? O leggete solo le notizie di Nonna Belarda (senza la A). E poi che vuol dire “solo gli anziani”? Ma li avete i genitori? Che cosa provate per loro? Questa società così antropocentrica, egocentrica, concentrata solo su se stessa, non ce la fa ad accettare di consegnarsi “anche” al fato, al caso, all’ineluttabile, all’impossibilità di comprendere che siamo niente davanti all’ignoto. Non siamo in grado di gestire la paura e dunque accettare che abbiamo dei limiti, e che anche un caxx di virus può metterci ko. E ci ha messo ko. In tutto il mondo. Economia, salute e morale in ginocchio. Ospedali al collasso. Avete ancora voglia di fare la movida, o volete comportarvi da persone civili? Avete un week end per decidere se essere persone responsabili o deficienti. A voi la scelta. Il Governo ha dato delle direttive, attenetevi e non fate sempre i bastian contrari. E questa volta ve lo dico contro i miei interessi. C’è un film tratto da un mio libro in questi giorni al cinema - anche se i cinema rispettano seriamente le distanze di sicurezza e la pulizia dei luoghi. Eppure, se ora mi dicessero che non ci si può più andare, accetterei queste disposizioni senza lamentarmi e direi - Va benissimo, ci andrete/andremo più avanti. Il bene comune non può venire dopo i nostri interessi. MAi e poi MAI. Non è tempo per l’egoismo. Non ora. E voi positivi a oltranza siate responsabili, almeno per i figli. Non sono vacanze, non spostatevi perché in città vi annoiate e i figli non vanno a scuola. Questa è UN’EMERGENZA - conclude -. L’avete capito o no? A presto".

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