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I furbetti delle pay tv: anche 30 siciliani fra i clienti denunciati

L'indagine sulle pay tv

I furbetti della pay tv per la prima volta in Italia sono anche i clienti. La Guardia di Finanza ne ha denunciati 223 per ricettazione e per violazione dell'articolo 171 octies della legge 633/41, quella sul diritto d'autore. Di questi, circa trenta sono siciliani.

Guardavano le partite di calcio su Sky e Dazn, le serie tv su Netflix, i film su Mediaset premium e perfino la musica su Spotify, il tutto ad un costo medio di 10 euro al mese.

Nell'Isola, ha spiegato il colonnello del Nucleo speciale, Salvatore Paiano, in un articolo di Andrea D'Orazio sul Giornale di Sicilia in edicola «c'è il maggior numero di persone denunciate dopo la Campania, con un'incidenza di oltre il 14%, mentre in tutto il Sud si arriva al 50% dei casi».

Una trentina, dunque, i siciliani denunciati, a Palermo il maggior numero «con il 4,5% delle persone coinvolte», cioè dieci utenti denunciati. Acquistando gli abbonamenti, sottolinea Paiano, «i clienti, spesso ignari degli ingenti danni economici della pirateria digitale, non solo fruiscono illegalmente della visione dei contenuti, alimentando un fiorente circuito criminale, ma condividono i propri dati personali, inclusi quelli anagrafici e bancari, esponendosi a rischi di vario tipo, anche informatici».

In caso di condanna, per la legge sul diritto d'autore, ai 223 denunciati, che «si sono resi responsabili del reato di ricettazione», verranno confiscati gli strumenti utilizzati per la fruizione del servizio, ma le pene prevedono anche la reclusione fino ad otto anni e una multa di 25mila euro.

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