«Non c'è motivo di panico o allarme generalizzato per la meningite, ma è giusto mantenere alta l’attenzione: se si interviene come si sta facendo, mettendo in atto una vaccinazione di massa, il focolaio si può infatti circoscrivere». A spiegarlo, dopo il quinto caso di sepsi da meningococco nella Bergamasca nel giro di un mese, è il direttore del Dipartimento Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità (Iss), Gianni Rezza, sottolineando che «il rischio di un’epidemia su larga scala è molto basso, perchè si sta intervenendo in modo rapido e massivo».
Anche se «non si può escludere - avverte - il verificarsi di altri casi finchè le vaccinazioni in atto non daranno i loro effetti, il che richiede circa due settimane di tempo».
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