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Da mamma a "Sergente di Hitler": la doppia vita dell'impiegata che reclutava nazisti

Il materiale sequestrato dalla polizia

Era una impiegata d'azienda di 48. Una moglie e mamma, insospettabile. Eppure è considerata al vertice di un gruppo che puntava a costituire il "Partito Nazionalsocialista Italiano dei lavoratori". Le ambizioni dei neonazisti d'Italia sono venute alla luce con l'inchiesta della Procura di Caltanissetta d'intesa con la Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo.

Questa mattina gli uomini della Digos e della polizia postale hanno bussato alla porta di casa della donna, residente a di Curtarolo in provincia di Padova. Dietro a un armadio hanno scoperto tutti i segreti della sua doppia vita votata alla memoria del Fuhrer. Lì nascondeva volantini, striscioni, materiale vario inneggiante a Hitler, bandiere con svastiche e frasi antisemite scritte a penna nei confronti del deputato Pd Emanuele Fiano. Un'attività, secondo gli accertamenti dell'inchiesta "Ombre nere", di cui il resto della famiglia sarebbe stato completamente all'oscuro.

La donna è stata così denunciata per terrorismo e apologia del fascismo. Dall'inchiesta è emerso anche il suo pseudonimo, si faceva chiamare "Sergente maggiore di Hitler" mentre dialogava con i componenti del gruppo xenofobo sul programma di azione e sull'addestramento da seguire. I colloqui avvenivano attraverso VContact, il Facebook russo per provare a sfuggire alla polizia europea e italiana.

La padovana seguiva di persona gli eventi d'interesse del movimento, tanto che aveva partecipato anche ad un raduno internazionale, la "Conferenza nazionalista" di Lisbona, in cui si sono riuniti altri esponenti europei legati a movimenti xenofobi e razzisti. L'obiettivo era quello di creare un'alleanza transnazionale tra i movimenti d'ispirazione nazionalsocialista di Portogallo, Italia Francia e Spagna. Quando era in Italia, la donna aveva il compito di reclutare e diffondere le ideologie del movimento. Gli investigatori hanno scoperto la sua partecipazione a manifestazioni ed eventi di Forza Nuova in varie località della regione.
Oltre a lei sono indagati altri tre veneti: una coppia di Vicenza, originaria della Sicilia, e una donna di Caldiero, nel veronese, militante di Forza Nuova. Nella sua abitazione è stato recuperato il documento programmatico del gruppo, oltre a scritti, materiale informatico, cimeli riferiti al nazionalsocialismo, bandiere con la croce uncinata e decine di libri legati al periodo nazista.

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