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Castelvetrano, la loggia segreta che condizionava la politica: blitz con 27 arresti, Francesco Cascio ai domiciliari

L'ex presidente dell'Ars Francesco Cascio

Scoperta a Castelvetrano una superloggia segreta fatta da massoni, politici e professionisti. Un gruppo in grado di condizionare le scelte del Comune, così come finanziamenti regionali e di conoscere anche i particolari di indagini della magistratura.

Tutto questo emerge nel corso dell'operazione chiamata in codice "Artemisia", condotta dai carabinieri del Comando Provinciale di Trapani, coordinati dalla questa Procura della Repubblica che ha portato questa notte a 27 arresti in esecuzione di misura cautelare emessa dal Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Trapani. Altre 10 persone, invece, sono indagate a piede libero per numerosi reati contro la Pubblica Amministrazione, contro l’amministrazione della Giustizia nonché associazione a delinquere segreta.

Tra gli arrestati (qui tutti i nomi) esponenti politici e istituzionali della provincia di Trapani, che avrebbero fatto parte di un vasto sistema corruttivo negli enti locali, quali il comune di Castelvetrano e l’Inps di Trapani.

L’inchiesta è coordinata dal procuratore Alfredo Morvillo, dall’aggiunto Maurizio Agnello e dai sostituti Sara Morri, Andrea Tarondo e Francesca Urbani. Al centro di tutto c'era la loggia segreta che si trova in via Giuseppe Parini a Castelvetrano e che all'alba è stata oggetto di una perquisizione.

Al vertice del gruppo ci sarebbe stato l’ex deputato regionale di Forza Italia Giovanni Lo Sciuto, ma dell’associazione segreta avrebbe fatto parte anche l’ex sindaco di Castelvetrano, Felice Errante, finito ai domiciliari e l’ex deputato di Forza Italia, ex assessore regionale ed ex presidente dell'Ars Francesco Cascio, accusato di aver favorito il gruppo.

Cascio, 55 anni, dipendente dell'Asp di Palermo, esponente di primo piano di Forza Italia, ha ricoperto la carica di presidente del Parlamento siciliano dal 2008 al 2012; è stato anche deputato nazionale nel '94 e nel '96.

L'ex presidente dell'Ars è stato arrestato nell'operazione Artemisia con l'accusa di favoreggiamento personale: avrebbe informato Giovanni Lo Sciuto, ex deputato dell'Ars sotto indagine, che in quel momento veniva intercettato dai carabinieri. L'informazione sarebbe arrivata a Cascio attraverso Giovannantonio Macchiarola, capo della segreteria dell'allora ministro dell'Interno e vicepresidente del consiglio Angelino Alfano. Macchiarola è indagato per rivelazione di segreto d'ufficio.

In una nota i legali di Cascio, gli avvocati Enrico Sanseverino, Roberto Mangano e Vincenzo Maria Gaicona affermano: "In relazione ai fatti contestati al dott. Francesco Cascio, i legali specificano che l’unica ipotesi di reato per la quale il proprio assistito è coinvolto nell'indagine riguarda un’ipotesi di favoreggiamento semplice. Cascio, secondo gli inquirenti, avrebbe comunicato all’On. Lo Sciuto l’esistenza di un’indagine a suo carico. Da quanto emerge dalla piattaforma indiziaria cristallizzata nel titolo cautelare, l’ex presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana è assolutamente estraneo a tutte le restanti ipotesi di reato riguardanti gli altri indagati. Il dott. Cascio, nonostante sia profondamente turbato e sorpreso dall’accaduto, ripone, come sempre, fiducia nella magistratura e siamo certi che riuscirà in tempi brevissimi a chiarire la sua posizione".

 

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