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Dipendenti pubblici assenteisti in Sicilia, coinvolti 260 lavoratori

PALERMO. Da Catania a Furci Siculo, da Palermo a Marsala. La mappa dell’assenteismo in Sicilia abbraccia tutte le latitudini e racconta una realtà variegata. Se si guarda alle cronache degli ultimi sei mesi, sono almeno 260 i dipendenti pubblici coinvolti in inchieste giudiziarie, conclusioni di processi e indagini delle forze dell’ordine.

L’ultimo caso quello di Termini Imerese, dove il commissario straordinario del Comune ha avviato la procedura per il licenziamento di un «furbetto del cartellino»: C.V. è accusato di truffa aggravata e falsa attestazione di servizio per avere manipolato i dati di rilevamento nel sistema informatico di cui era responsabile.

Ma probabilmente è Modica a detenere il record del processo più impegnativo, quello che si è concluso in primo grado lo scorso febbraio e che ha visto alla sbarra un esercito di 104 dipendenti comunali per una inchiesta cominciata cinque anni prima: nel 2012. Il bilancio finale è stato di 4 condannati, 22 prosciolti in sede di udienza preliminare e 77 assolti perché il fatto non sussiste.

Non meno eclatante il caso del Comune di Milazzo dove, nell’ottobre scorso, un blitz coinvolse 59 impiegati, un numero che corrisponde al trenta per cento dell’intera forza lavoro dell’amministrazione comunale. Gli uomini della guardia di finanza accertarono che i dipendenti, a piccoli gruppi, si sarebbero messi d'accordo affinché uno timbrasse il badge di tutti gli altri, consentendo così ai colleghi di arrivare in ritardo, di uscire in anticipo e di assentarsi per motivi personali. Una pratica diffusa anche altrove naturalmente.

Anche Caltanissetta non si è fatta mancare i suoi “furbetti del cartellino” con il processo, avviato a novembre, a carico di 44 imputati tra vigili urbani, personale civile dello stesso corpo e dipendenti dell'Ufficio tecnico del Comune.

Ma la cronaca non si ferma qui e racconta di Furci Siculo, con l’obbligo di firma per 16 dipendenti dell’amministrazione comunale. C’è poi l’indagine sui nove impiegati dell’Enac di Palermo e quella sui 19 dell’Asp di Catania rinviati a giudizio.

Ci sono anche processi conclusi, come i nove condannati tra medici, infermieri e amministrativi dell’ospedale Villa Sofia di Palermo; così come i sette impiegati dell'Agenzia delle entrate di Marsala e due del Comune di Acireale.

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