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Assenteisti, i sindacati: giusto licenziare ma servono più controlli da parte dei dirigenti

PALERMO. Sono sempre più numerosi i cosiddetti furbetti del cartellino che vengono sorpresi a compiere una serie di scorrettezze. A vigilare sul loro comportamento i dirigenti, che hanno il dovere di controllare i dipendenti. Così come prevede la nuova normativa della pubblica amministrazione.

Il segretario regionale della Fpl Uil, Luca Crimi sottolinea che: “E’ necessario che ci sia una classe dirigente molto più attenta che vigili sui comportamenti dei dipendenti. Pensiamo che sia necessaria una riforma all’interno della PA che premi i dirigenti più attenti e produttivi. Noi auspichiamo che i processi a carico dei dipendenti indagati siano sempre più celeri e che permettano di licenziare chi non ha lavorato o ha frodato la pubblica amministrazione. Questo permetterebbe di capire chi è produttivo e chi sbaglia. I cosiddetti furbetti del cartellino sono una minoranza rispetto alle persone capaci e corrette che lavorano nella PA”.

Anche il segretario della Fp Cgil Sicilia, Gaetano Agliozzo suggerisce che ci sia una vigilanza più attenta da parte della classe dirigente: “Si deve potenziare un controllo interno che permetta di attivare fin da subito procedimenti interni alla PA che sanzionino e colpiscano sul nascere eventuali comportamenti scorretti dei dipendenti. Il sindacato non tutela chi froda e chi fa il furbetto. Noi pretendiamo una maggiore trasparenza della Pubblica amministrazione. Purtroppo quando si avvia un procedimento da parte dei dirigenti non sempre è snello e veloce. I dipendenti che vengono licenziati arrivano con lentezza davanti ai giudici”.

Mentre il segretario della Fp Cisl Gigi Caracausi è più cauto e auspica che ci sia per tutti i dipendenti pubblici la tutela dello stato di diritto: “Non è possibile applicare quello che prevede la legge Madia, in tempi rapidi. Il dirigente quando hanno la notizia di reato comunica ai suoi dipendenti il licenziamento. Le persone sotto accusa devono avere la possibilità di fornire le motivazioni della loro assenza. Solo quando il dirigente valuta motivi di grave danno all’amministrazione avvia un procedimento di licenziamento. Il dirigente si trova davanti alla concreta eventualità che dopo i tre gradi di giudizio, il dipendente licenziato debba essere reintegrato con gravi costi per la stessa PA”.

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