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Accumoli deserta, il sindaco fa evacuare tutto il paese: nuovi crolli

I crolli nella zona rossa di Accumoli - Fonte Ansa

RIETI. Il sindaco di Accumoli, uno dei due comuni reatini colpiti dal sisma del 24 agosto scorso, Stefano Petrucci, con una ordinanza firmata il 30 ottobre, dopo la violenta scossa che ha colpito Umbria e Marche, ha ordinato l'evacuazione totale di tutto il centro abitato.

Il sindaco spiega che in conseguenza dell'ultima scossa "si è verificata una grave situazione di emergenza nel territorio comunale" con ulteriori crolli nella zona rossa che hanno causato anche danni alla viabilità "tali da compromettere la percorrenza anche dei mezzi di soccorso oltre a rilevanti danni agli impianti e agli edifici, sia pubblici che privati". Esiste, perciò, "il pericolo di un diretto, ulteriore coinvolgimento della residua percentuale della cittadinanza ed in generale delle persone nei crolli che potrebbero ancora verificarsi".

"La situazione dopo il terremoto 6.5 e le successive scosse che hanno coinvolto così tante realtà è estremamente difficile. Non lo dobbiamo nascondere". Lo ha scritto ieri sera, sulla sua pagina Facebook, il commissario per la ricostruzione Vasco Errani. "Stiamo lavorando - aggiunge - per trovare soluzioni che consentano di tenere la popolazione in condizioni di vita accettabili sul territorio e stiamo lavorando comune per comune con i sindaci e le regioni".

Proprio nel giorno in cui 'il sindaco d'Italia' Matteo Renzi è tornato nei luoghi del terremoto, nei Comuni colpiti a ripetizione i sindaci sono sempre in prima linea nell'emergenza. Impegnati a non far disgregare le comunità sfollate, a chiedere aiuto nelle aree trascurate, a denunciare le lentezze della burocrazia che possono diventare pericolose per i cittadini.

Il presidente dell'Associazione nazionale Comuni italiani (Anci) Antonio Decaro, sindaco di Bari, arriva nelle Marche e visita il grande camping di Porto Sant'Elpidio nel Fermano, con 500 sfollati, hub della Protezione civile per lo smistamento nella regione. Con lui ci sono i sindaci di Ascoli Piceno e di Senigallia (Ancona). "Questo è il momento dell'esodo, poi verrà il momento della ricostruzione - dice Decaro -. E' importante che i sindaci tengano unita anche in un luogo diverso la comunità, che è fatta di case, di scuola, di chiesa, ma la cui anima è lo stare insieme delle persone. E questo il terremoto non se lo porta via".

Il primo cittadino di Ascoli, Guido Castelli, vicepresidente Anci, chiede al premier Renzi di "cambiare l'impostazione dei decreti" sul terremoto, rendendo più veloci ed efficaci le procedure e affidandosi di più alle autonomie locali.

Duro il mestiere dei sindaci. Se quelli dei Comuni dell'epicentro ancora una volta al mattino dopo l'ennesima forte scossa lanciano messaggi accorati, quello di Amandola, piccolo borgo del Fermano, accusa: "Alcuni edifici storici del mio paese potevano essere salvati dal terremoto del 26 e del 30 ottobre se dopo quello del 24 agosto la Sovrintendenza ci avesse dato l'autorizzazione a puntellarli. Ma la burocrazia è troppo lenta, il sisma è stato più veloce".

Il sindaco di Fermo Paolo Calcinaro afferma che se le verifiche sugli edifici andranno ancora a rilento "con una nuovo terremoto rischiamo di contare i crolli. E se arriva di notte anche i morti".

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