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È l’anno della misericordia

Un Anno Santo straordinario dedicato da Papa Francesco alla misericordia: con il chiaro intento di donare a tutti i fedeli un’occasione di grazia e perdono, di condivisione con gli ultimi, di purificazione e di pace.

Una nuova scommessa di Bergoglio che avrà caratteri mai visti: in ogni Cattedrale del mondo (e anche in moltissimi Santuari) ci sarà infatti una Porta Santa e sarà possibile per i pellegrini ricevere a livello locale l’indulgenza plenaria per i propri peccati. Non è quindi indispensabile, come in passato, raggiungere Roma e varcare la Porta di San Pietro. Anche se nella capitale sono attesi ugualmente milioni di visitatori.
Il «decentramento» è un modo chiarissimo scelto dal Papa per dire che Gesù è accanto a tutti i fedeli del mondo e offre il suo perdono a chiunque voglia ascoltare il richiamo della sua Parola. In sintonia con il Concilio Vaticano II che aveva voluto «spezzare» il carattere romano-centrico della Chiesa cattolica. L’8 dicembre è stato infatti scelto dal Papa non solo per la ricorrenza dell’Immacolata ma anche perché fu la data di conclusione, 50 anni fa, appunto del Concilio Vaticano II.

Sono concetti che Bergoglio ha voluto sottolineare più volte: «È l'anno del perdono, l'anno della riconciliazione». Di fronte al «sacrilegio contro l'umanità, ecco, il Padre dice: fermatevi e venite a me». Parlando della Misericordia, il Papa, in un’intervista al settimanale «Credere» ha messo in evidenza: «Il Giubileo non è venuto in mente a me, ma riprendo una tradizione relativamente recente, sebbene sempre esistita. E mi sono reso conto che occorreva fare qualcosa e continuare questa tradizione».

Poi spiega che fare della misericordia il tema portante del pontificato, non è stata «una strategia»: «Il mio primo Angelus come Papa fu sulla misericordia di Dio e in quell'occasione parlai anche di un libro sulla misericordia regalatomi dal cardinale Walter Kasper durante il Conclave; anche nella mia prima omelia come Papa, domenica 17 marzo nella parrocchia di Sant'Anna, parlai della misericordia. Non è stata una strategia, mi è venuto da dentro: lo Spirito Santo vuole qualcosa. È ovvio che il mondo di oggi ha bisogno di misericordia, ha bisogno di compassione, ovvero di patire con. Purtroppo siamo ormai quasi abituati alle cattive notizie, alle notizie crudeli e alle atrocità più grandi che offendono il nome e la vita di Dio».

Il Papa havoluto anche compiere un gesto straordinario, andando ad aprire la prima Porta Santa nella cattedrale di Bangui nella Repubblica Centrafricana.

«Questa visita - ha detto - era in realtà già nelle mie intenzioni, perchè quel Paese sta cercando di uscire da un periodo molto difficile, di conflitti violenti e tanta sofferenza nella popolazione. Per questo ho voluto aprire proprio là, a Bangui, con una settimana di anticipo, la prima Porta Santa del Giubileo della Misericordia, in un Paese che soffre tanto, come segno di fede e di speranza». Forte di una popolarità mondiale forse mai raccolta da altri Pontefici, Bergoglio oggi inizia così la nuova scommessa. È la nuova sfida del Papa: parlare di pace e perdono in una terra che sembra sull’orlo di una nuova guerra mondiale.

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