PALERMO. «L'azione riformatrice di Papa Francesco ha intaccato tanti interessi all'interno e, soprattutto, all'esterno del Vaticano. La diffusione di notizie e documenti riservati è un vano tentativo per indebolire Bergoglio». Ne è convinto Nello Scavo, giornalista di Avvenire, che ha affrontato il tema degli ostacoli affrontati dal Pontefice e dei tentativi di delegittimarlo nel suo libro dal titolo «I nemici di Francesco», e lo è ancora di più dopo i due arresti in Vaticano per la fuga di documenti riservati.
«Si tenta di dividere la comunità ecclesiale dall'interno, adombrando faide tra ordini religiosi, tra congregazioni, tra vescovi - spiega Scavo -. L'obiettivo è quello di indebolire la spinta di Francesco, intaccando il carisma personale del Papa e la sua grande opera di riforma. Una Chiesa divisa e un Papa che si vorrebbe far apparire logorato dalle diatribe interne, sono la migliore assicurazione per quei poteri globali che vogliono continuare a prosperare indisturbati».
Che cosa testimonia l'episodio che ha portato ai due arresti in Vaticano per la divulgazione di documenti riservati?
«Testimonia che c'è una grande attenzione in Vaticano a quello che accade intorno al Papa perché ci sono state azioni di disturbo, non sempre coordinate. Non credo che si possa parlare di complotti. Da questi fatti emerge che ci sono tentativi di voler creare polveroni per via delle resistenze alla riforma della Curia che il Papa sta portando avanti. E non reggono le giustificazioni di chi sostiene che attraverso la divulgazione di documenti segreti si possa aiutare il Papa».
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