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Rimborsi per i partiti all'Ars, indagini chiuse per 14 capigruppo: tutti i nomi dei deputati coinvolti

L'accusa è di peculato. Gli inquisiti erano 97, per alcuni proseguirà l'inchiesta, mentre per altri i pm sono intenzionati a chiedere l'archiviazione

PALERMO. La Procura di Palermo ha chiuso l'indagine sulle cosiddette spese pazze all'Assemblea regionale siciliana e si appresta a chiedere il rinvio a giudizio, per peculato, per 14 capigruppo della passata legislatura. Gli inquisiti erano 97, per alcuni proseguirà l'inchiesta, mentre per altri i pm sono intenzionati a chiedere l'archiviazione.

Gli ex capigruppo all'Ars ai quali la Procura di Palermo ha notificato l'avviso di chiusura dell'indagine sulle cosiddette spese pazze, che generalmente prelude alla richiesta di rinvio a giudizio, sono: Giulia Adamo, Antonello Cracolici, Francesco Musotto, Rudy Maira, Nicola Leanza, Nicola D'Agostino, Nunzio Cappadona, Salvatore Pogliese, Marianna Caronia, Paolo Ruggirello, Livio Marrocco, Innocenzo Leontini, Cataldo Fiorenza e Cateno De Luca. Sono tutti indagati per peculato.

L'indagine è stata coordinata dal procuratore di Palermo, Francesco Lo Voi, dall'aggiunto Leonardo Agueci e dai pm Sergio De Montis, Luca Mattinieri e Maurizio Agnello. Nonostante le posizioni degli indagati - capigruppo, deputati e personale dei gruppi - seguano destini diversi, nell'inchiesta non sci sono stati stralci.

I criteri seguiti dai pm per discriminare le condotte lecite da quelle illecite hanno fatto riferimento alla finalità prettamente politica delle spese sostenute. Laddove, anche attraverso l'esibizione di documenti, gli indagati abbiano dimostrato che l'esborso di denaro era strettamente legato a spese relative a finalità politiche, i magistrati hanno deciso di non procedere oltre. Mentre su alcune posizioni si continuerà ad indagare. Secondo quanto si apprende, la richiesta di archiviazione, ancora non fatta, dovrebbe riguardare la metà circa dei 97 indagati originali.

I giudici della corte dei conti bacchettano i vertici dell'amministrazione dell'Assemblea regionale per le «lacune» nelle documentazioni fornite alla Corte. Per il consigliere istruttore Anna Luisa Carra si tratta di inadempienze «molto gravi».

I rilievi sono stati mossi nel corso dell'adunanza pubblica convocata nella sede di Palermo sui rendiconti dei gruppi parlamentari per il 2014. L'arringa del consigliere Carra è stata fatta propria dal presidente della Corte, Maurizio Graffeo: «Mi farò carico di intervenire nei confronti del presidente dell'Assemblea perchè non si verifichino queste difficoltà».

In particolare, il consigliere Carra ha fatto riferimento alla mancata trasmissione di due delibere del Consiglio di presidenza dell'Ars e al rendiconto del Pid-Cp che non riportava la firma dei vertici burocratici, imputando le lacune alla segreteria generale di Palazzo dei Normanni.

Nel mirino della Corte dei Conti finisce anche il sito Internet dell'Ars, dove vengono pubblicate alcune informazioni. Per il consigliere Carra «il sito dell'Ars non è per niente chiaro riguardo al passaggio dei deputati da un gruppo parlamentare a un altro, mancano i riferimenti temporali». Sul punto, anche il presidente Graffeo è stato netto: «Non si può consentire che la Corte venga a conoscenza dello scioglimento di gruppi parlamentari solo dal sito Internet». Insomma, i giudici sollecitano l'Assemblea regionale a informare tempestivamente la Corte e a farlo attraverso atti ufficiali.

L'Irap non può essere caricata come spesa per il personale, ma le risorse per pagare questo tipo di imposta devono essere attinte dai fondi per il funzionamento dei gruppi parlamentari dell'Ars. È quanto ha sostenuto il consigliere istruttore della Corte dei Conti, Anna Luisa Carra, nella relazione all'adunanza pubblica per l'esame dei rendiconti dei gruppi parlamentari per il 2014. A presiedere la Corte, Maurizio Graffeo.

Davanti ai giudici istruttori si sono presentati capigruppo e deputati di tutti i gruppi parlamentari, ai quali la Corte aveva chiesto integrazioni e formulato osservazioni alla documentazione trasmessa nei mesi scorsi e in particolare sull'Irap. Uno alla volta i deputati, accompagnati dai consulenti, hanno risposto ai rilievi dei giudici, alcuni hanno depositato memorie prima dell'inizio dell'adunanza.

Il consigliere Carra ha evidenziato che rispetto al lavoro fatto in sede di istruttoria, la Corte ha preso atto della recente delibera del Consiglio di presidenza, approvata l'8 aprile, in cui Palazzo dei Normanni precisa che il contributo erogato dall'Ars ai gruppi è omnicomprensivo. In fase di istruttoria, tuttavia, la Corte ha specificato che in ogni caso i gruppi non possono iscrivere a rendiconto le quote di Irap come spese per il personale, ma vanno inserite alla voce 'altre spese'.

Sarà ora il Consiglio della Corte dei Conti, riunito al termine dell'adunanza, a pronunciarsi nel merito della questione. Il nodo è la fonte finanziaria da cui i gruppi parlamentari devono attingere le risorse per pagare l'Irap, posto che non può essere caricata come costo del personale. Alla luce di questa interpretazione, i dipendenti potrebbero chiedere la restituzione di alcune somme. Oltre alla questione Irap, i giudici istruttori hanno chiesto chiarimenti ai gruppi su anticipazioni del Tfr al personale e sull'inquadramento di alcuni dipendenti. Il pronunciamento del Consiglio della Corte dei Conti sui rendiconti dovrebbe arrivare tra una ventina di giorni.

 

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