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Eterologa, agevolazioni per le coppie: alt ai viaggi della speranza

Varato il decreto dell’assessore regionale alla Sanità Borsellino: dal primo febbraio contributi a chi ricorre al trattamento. Il provvedimento dà il via, nei centri specializzati dell’isola, alle donazioni di individui diversi dai genitori

PALERMO. Dal primo febbraio le coppie che tenteranno di procreare attraverso la fecondazione eterologa potranno sfruttare un contributo pubblico e affidarsi ai centri siciliani. Anche se l’importo dell’aiuto regionale è ancora da quantificare, il decreto firmato alla vigilia di Capodanno dall’assessore alla Sanità, Lucia Borsellino, dà ufficialmente il via anche nell’Isola alla fecondazione che sfrutta la donazione di ovociti e/o spermatozoi di donatori esterni alla coppia. Stop quindi ai viaggi della speranza all’estero o nelle regioni del Nord, che subito si erano adeguate alla sentenza con cui la Consulta ha di fatto abrogato il divieto di praticare questa tecnica.

Il via avrà un’accelerazione nei centri privati, più pronti rispetto a quelli pubblici, perché da tempo lavorano alla creazione delle banche del seme e alla selezione delle donatrici di ovociti. Non a caso in alcune strutture etnee e palermitane, come i centri Hera e Genesy, già un mese fa sono state fatte le prime fecondazioni eterologhe, con costi interamente a carico delle coppie. Ora invece interverrà la Regione, che ha inserito la fecondazione nei «Livelli essenziali di assistenza», finanziati dal sistema sanitario pubblico. «Entro il primo febbraio — spiega la Borsellino — individueremo il valore del contributo che ogni coppia riceverà per abbattere i costi». Secondo le prime indiscrezioni, il costo finale della Fivet eterologa nei centri privati dovrebbe aggirarsi intorno a mille euro, a fronte dei circa tremila attuali, mentre nel pubblico dovrebbe essere totalmente gratuita o sottoposta a un ticket comunque contenuto. E, prevede il decreto appena firmato, la coppia potrà sfruttare il contributo per i primi tre tentativi. Unico limite, la donna non deve aver superato i 43 anni.

In questa prima fase, che si concluderà il primo gennaio 2017, i centri privati autorizzati all’eterologa sono gli stessi che fino al 31 dicembre hanno avuto l’autorizzazione alla fecondazione tradizionale. Dunque le coppie con problemi di fertilità potranno continuare a rivolgersi al centro che fino ad ora le ha seguite per la fecondazione tradizionale. Dal 2017 la cabina di regia sulla procreazione medicalmente assistita, che l’assessorato avrà creato nel frattempo, completerà una valutazione dei requisiti e delle attività svolte e confermerà o revocherà l’autorizzazione. L’obiettivo del decreto appena firmato dalla Borsellino è anche quello di creare un network dei centri per la fecondazione omologa ed eterologa. Il decreto individua già le strutture pubbliche che diverranno da qui a qualche mese i centri di riferimento: una nascerà al Policlinico di Catania, un’altra negli ospedali riuniti Villa Sofia e Cervello, a cui faranno riferimento anche il Policlinico e l’Asp palermitana.

Sia dai centri privati che da quelli pubblici i dati sulle fecondazioni richieste ed effettuate dovranno essere trasmessi alla cabina di regia creata in assessorato per consentire la creazione della banca dati e la gestione delle prenotazioni. «Inoltre — precisa ancora l’assessore alla Sanità — il decreto prevede l'istituzione di un numero verde per le coppie, che sarà la base della realizzazione di un sistema unico regionale di prenotazione per l'accesso ai centri che effettuano la procreazione medicalmente assistita». Anche il numero verde verrà comunicato entro il primo febbraio. Il decreto nulla dice sulla costituzione delle banche del seme e sulla selezione delle donatrici, rifacendosi a quanto già deciso da un testo nazionale che già regola i rigidissimi controlli sanitari, l’anonimato assoluto e il numero massimo di donazioni. Ogni donatore non potrà contribuire a più di dieci nascite. Da mesi i centri privati si stanno già organizzando e hanno creato una rete di donatrici, mentre all’inizio si era fatto ricorso ad acquisto di seme o ovociti dall’estero.

Il decreto della Borsellino ha ricevuto un primo apprezzamento da una parte dei ginecologi. Per Giuseppe Valenti, direttore del centro Genesy, «è una pietra miliare che avvicina la Sicilia alle altre regioni, riducendo il gap che si era creato. Ed è importantissimo aver introdotto il principio che fa sì che la procreazione medicalmente assistita sia entrata nei Livelli essenziali di assistenza». Ogni anno in Sicilia sono circa 8 mila le fecondazioni assistite tradizionali. E ci sono già mille richieste di eterologa. Finora le coppie si sono rivolte all’estero (Spagna, Grecia e Repubblica Ceca le mete preferite), con costi che in alcuni casi raggiungono gli 8 mila euro.

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