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Assistenza bloccata, disabili sempre più soli: a Palermo in 400 senza servizi

Da lunedì i corsi pomeridiani di supporto scolastico e le terapie riabilitative per bambini e giovani non vedenti, sordi e pluridisabili, sono senza finanziamenti e così, circa 384 disabili, tra Palermo e provincia, sono rimasti a casa

PALERMO. Attività extrascolastiche e semiconvitti per i ragazzi disabili fermi. Da lunedì i corsi pomeridiani di supporto scolastico e le terapie riabilitative per bambini e giovani non vedenti, sordi e pluridisabili, sono senza finanziamenti e così, circa 384 disabili, tra città e provincia, sono rimasti a casa.

Ieri pomeriggio, è saltato, a data da destinarsi, l'incontro che era stato convocato con urgenza alla Regione per trovare i fondi, in tutto 400 mila euro, che avrebbero potuto far ripartire i centri, almeno fino a dicembre. Il problema è uno: l'ex Provincia non avrebbe le risorse a sufficienza; così se ieri è riuscita a far ripartire i servizi mattutini di assistenza igienico-sanitaria e alla comunicazione nelle scuole superiori, lo stesso non è avvenuto con i centri pomeridiani, che ad oggi non hanno nessun finanziamento.

E a complicare la situazione, la questione politica: da un lato, il rimpasto della giunta regionale, per cui il cambio dell'assessore competente ha certamente rallentato i tempi e fatto saltare, per esempio, l'incontro di ieri pomeriggio con le famiglie, i sindacati e le associazioni; dall'altro, il caso delle ex Province, attualmente affidate a commissari ad acta con poteri limitati, dopo la scadenza (il 31 ottobre) dei mandati dei commissari straordinari.

Protestano i genitori e le associazioni, come l'Unione italiana dei ciechi, che si dicono "indignati per lo slittamento della riunione e soprattutto, per il nuovo blocco del servizio appena un mese dopo l'inizio dell'anno scolastico - racconta Agata Megna, madre di un ragazzo disabile, intervenuta a Ditelo a Rgs -. Come spieghiamo ai nostri ragazzi che il pomeriggio non avranno il supporto necessario e professionale per fare i compiti? Che non potranno più fare terapia? Che non potranno vedere i loro amici?". E a queste domande ancora non si trova risposta.

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