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Ciapi di Priolo, non c'è pace: mille lavoratori rischiano il posto

A causa dei ritardi mancano gli allievi. Il presidente Ortisi: sono stati avviati solo 100 dei 312 corsi previsti

PALERMO. I corsi non decollano, i lavoratori rischiano il posto. È scattata di nuovo l’emergenza al Ciapi di Priolo.
L’ente regionale che dovrebbe svolgere i corsi di formazione tolti agli enti colpiti da inchieste non riesce a trovare gli allievi. C’è un crollo di interesse verso corsi vecchi, alcuni risalenti anche a due anni fa, iniziati da enti che non ci sono più e che dovrebbero finire adesso in strutture del tutto nuove.
Ma andiamo con ordine. Da un anno la Regione punta a dirottare verso il Ciapi di Priolo la gestione dei corsi e del personale che sono stati tolti agli enti finiti in inchieste giudiziarie o amministrative (Ial, Cefop, Ancol, Lumen e così via).

In pratica, durante la gestione Scilabra a decine di enti è stato tolto l’accreditamento (cioè la patente per svolgere i corsi) e dunque sono stati ritirati anche i finanziamenti. A quel punto soldi e docenti sono stati assegnati al Ciapi che dovrebbe portare avanti i progetti da ente sostituto.

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