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Regione, allarme al Ciapi: soldi finiti, da tre mesi niente stipendi

L’ente di Priolo: a causa dei tagli della Regione non possiamo pagare i 56 dipendenti. La giunta: a breve fondi per gli arretrati

PALERMO. L’ente che dovrebbe salvare i dipendenti regionali rimasti senza lavoro non riesce neppure a pagare il proprio personale. Il Ciapi di Priolo è una scialuppa a cui si sono aggrappati i lavoratori degli enti di formazione chiusi per mancanza di finanziamenti o inchieste giudiziarie. Ma ieri i vertici della struttura siracusana sono stati ricevuti in commissione Bilancio all’Ars e hanno illustrato una crisi finanziaria che da tre mesi impedisce di pagare gli stipendi ai 57 funzionari. E, se non verranno trovati in fretta un milione e 500 mila euro, non si potrà pagare nulla fino a fine anno.
È l'ennesimo caso di enti e partecipate, figli dell’età dell’oro del sottogoverno, che ora sono sul punto di chiudere per carenza di risorse ed esuberi di personale.
Per la verità il Ciapi è un ente che negli ultimi due anni è stato valorizzato dal governo Crocetta, che prima gli ha dato in carico i dipendenti del Ciapi di Palermo (chiuso per l’affaire Giacchetto) e poi gli ha via via trasferito il personale degli enti di formazione espulsi dal settore dei corsi. «In questo momento - spiega Egidio Ortisi, presidente del Ciapi di Priolo - stiamo salvando circa 3.400 ex dipendenti degli enti di formazione facendoli lavorare in corsi che inizieranno a giorni». Ma per far lavorare questi 3.400 formatori i soldi li mette la Regione, togliendoli appunto agli enti chiusi.
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