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Click day, nuove accuse alla Corsello: la figlia lavorava in un'azienda coinvolta

L'ex dirigente dell'assessorato regionale alla Formazione Professionale interrogata per cinque ore dai pm di Palermo

Anna Rosa Corsello

PALERMO. Anna Rosa Corsello non accetta il ruolo di indagata, va dai pm e rilancia, in cinque ore e 15 minuti di interrogatorio sulla vicenda del click day sul Piano giovani, fallito miseramente e divenuto oggetto di un’indagine aperta dalla Procura di Palermo. Che però si concentra anche su un altro aspetto, sul quale il procuratore aggiunto Dino Petralia e i sostituti Pierangelo Padova e Luca Battinieri individuano il presunto abuso d’ufficio della Corsello: il fatto che in una delle aziende informatiche del consorzio incaricato di portare avanti il piano concepito dall’assessorato regionale alla Formazione, lavorasse una figlia dell’alto dirigente. Ipotesi ritenuta infondata dalla Corsello: «Lavorò lì solo un mese, per un compenso di 800 euro, con un “cocopro”», un contratto di collaborazione a progetto, per sua natura lavoro precario.

 

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