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Caccia a Messina Denaro, nomi e ruoli degli arrestati

TRAPANI. L'indagine sulla famiglia mafiosa di Campobello di Mazara, sfociata nell'arresto di 11 persone tra cui il sindaco CIRO CARAVÀ, è stata avviata nel 2006 per fare "terra bruciata" attorno al superlatitante Matteo Messina Denaro.
L'inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto della Dda Maria Teresa Principato e dai sostituti procuratori Marzia Sabella e Pierangelo Padova, si è concentrata oltre che sull'attività di importanti uomini d'onore anche su alcuni "insospettabili" accusati, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa ed intestazione fittizia di beni.
Le indagini dei carabinieri hanno permesso di far luce sugli assetti e le dinamiche criminali della famiglia mafiosa di Campobello di Mazara, storicamente una delle più attive del mandamento di Castelvetrano retto da Matteo Messina Denaro. In particolare è stata accertata la rivalità tra due opposti schieramenti riconducibili rispettivamente all'anziano boss Leonardo Bonafede e a Francesco Luppino, arrestato di recente nell'ambito dell'operazione "Golem", ritenuto uno dei fiancheggiatori del latitante trapanese. Gli investigatori hanno accertato la gestione occulta, da parte di cosa nostra, di società ed imprese in grado di monopolizzare il mercato olivicolo ed altri settori dell'economia.
Il Sindaco di Campobello di Mazara, Ciro Caravà, in carica dal giugno del 2006 e rieletto nelle ultime amministrative nel maggio 2011, era considerato "l'espressione politica della locale consorteria mafiosa".
Nel corso dell'operazione, oltre al capo della famiglia LEONARDO BONAFEDE, inteso "u zu Nardino", è stato arrestato FILIPPO GRECO, noto imprenditore di Campobello, da tempo trasferitosi a Gallarate (VA), ritenuto uno dei principali finanziatori nonché il "consigliere economico" dell'organizzazione mafiosa.
Misure cautelari sono state inoltre eseguite nei confronti di CATALDO LA ROSA e SIMONE MANGIARACINA, considerati il "braccio operativo" del capo della famiglia mafiosa.
Destinatari dei provvedimenti cautelari sono inoltre: CALOGERO RANDAZZO, già condannato per associazione mafiosa; GASPARE LIPARI, che avrebbe svolto la funzione di "collegamento" tra il sindaco ed il capomafia; VITO SISGNORELLO, anche egli condannato per mafia.

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