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Bimbo picchiato e drogato, le condizioni restano gravi

A preoccupare i medici sono soprattutto i traumi subiti. L’intossicazione da cocaina ha aggravato la situazione

PALERMO. Restano "stabili nella loro gravità" le condizioni del bimbo di 18 mesi ricoverato nell'ospedale pediatrico di Palermo con lividi e graffi ovunque, segni di bruciature sulle mani e un'alta concentrazione di cocaina nelle urine tale da far temere un'overdose. In mattinata è prevista una conferenza stampa del responsabile del reparto di Rianimazione, Giancarlo Coffaro, sulla situazione clinica del piccolo paziente. Secondo i medici sarebbero i traumi subiti dal bimbo a suscitare le preoccupazioni maggiori, mentre l'intossicazione da cocaina avrebbe aggravato un quadro clinico già di per sé critico.          
La madre del piccolo, una disoccupata di 25 anni, è in carcere dopo essere stata fermata per maltrattamenti aggravati, mentre il convivente, 28 anni, è indagato per lesioni e cessione di cocaina, reato contestato anche alla compagna.        
Interrogati dalla polizia, allertata dai medici subito dopo il ricovero, i due hanno inizialmente dato una versione assolutamente inverosimile dei fatti: la madre ha raccontato che il piccolo era caduto dal seggiolone e si era procurato così i lividi. Le bruciature alle manine gliele avrebbe fatte il fratellino di appena due anni e mezzo con un accendino, mentre non sarebbe stata in grado di giustificare l'intossicazione da cocaina. Il convivente della donna, sentito dal pm Carlo Marzella, ha invece ammesso che la donna picchiava il figlio e di fare uso da tempo di cocaina assieme alla compagna. L'uomo avrebbe dimenticato sul tavolo della cucina la droga che, con ogni probabilità sarebbe stata ingerita o inalata per sbaglio dal bimbo.

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