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“No a enti di sindacati e partiti”, parlano i lavoratori della formazione siciliana

In un documento firmato dal Coordinamento Lavoratori, i rappresentanti sfogano i loro dubbi sugli eccessivi ritardi degli stipendi, chiedendo maggiori garanzie occupazionali, legalità e trasparenza

PALERMO. «Basta Enti di sindacati e partiti! Questa crisi non la possono pagare i lavoratori». Sono le parole dei rappresentanti del Coordinamento Lavoratori della Formazione Siciliana riportate in un documento, con cui sottolineano che gran parte dei lavoratori della formazione professionale non hanno ancora percepito gli stipendi, nonostante il programma formativo 2010 sia costato alle casse regionali circa 300 milioni di euro.
«Si tratta di un vero bollettino di guerra – scrivono, riferendosi ai ritardi dei salari  – quasi 10 mesi i lavoratori del Cefop, 12 mesi i lavoratori dell’Ancol, per passare ai circa 5 mesi di quelli dell’Aram, dell’Enfap, dell’Anfe e dell’Ial. Anche la vicenda del Durc è paradossale: uno strumento pensato dal legislatore nazionale per garantire i diritti dei lavoratori nella formazione professionale si è rivelato un formidabile strumento contro i lavoratori e il loro diritto al salario». Continuano difendendo anche l’esistenza di enti e centri di formazione che operano nella trasparenza e nell’onesta. «Perché mai i lavoratori della formazione devono farsi carico con il loro salario negato delle inadempienze e delle illegalità del mondo della formazione?». L’unica colpa che si riconoscono è quella di avere datori di lavoro che «godono di una sostanziale impunità», siano essi sindacati o partiti, e a cui «tutto è consentito».
Esprimono, infine, alcune richieste rivolgendosi prima al sindacato, a cui chiedono di «liberarsi dalle proprie contraddizioni e di fare una chiara scelta di parte: stare dalla parte dei lavoratori e liberarsi da questo ruolo ambiguo di datore di lavoro». Mentre al dirigente generale dell’Istruzione, Formazione Professionale e Lavoro della Regione Sicilia, Ludovico Albert, chiedono «di applicare la legalità a 360 gradi, cominciando a verificare le gravi inadempienze contrattuali degli enti e di aprire una necessaria verifica sulle responsabilità degli uffici». Infine, si rivolgono all’assessore alla Formazione, Mario Centorrino, chiedendo «il blocco del Prof 2011 poiché non dà adeguate garanzie occupazionali ai lavoratori, mentre ripristina le illegalità del passato».

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