Alain Delon aveva chiesto di essere sepolto nella sua tenuta immersa nella foresta di Loiret, e soprattutto non voleva funerali solenni. E così sarà, almeno in un primo momento. L’inumazione dell’attore francese scomparso domenica dovrebbe avvenire nei prossimi giorni, ma si sta valutando anche l’ipotesi di una cerimonia funebre estesa al pubblico, magari in una fase successiva, per permettere ai fan di porgere l’ultimo saluto al titano del cinema francese. Un omaggio che gli è stato già tributato in tutto il mondo. Sono rimasti invece in silenzio i suoi familiari, a partire dai tre figli, a cui spetterà la decisione finale sui modi e i tempi delle esequie.
Prima di ammalarsi gravemente, Delon aveva annunciato pubblicamente la volontà di essere sepolto nella cappella della sua proprietà di Douchy. Insieme alle sue decine di cani. La prefettura ha dato l’autorizzazione, visto che si tratta di una procedura eccezionale, ed ha disposto il divieto di sorvolo sopra la villa fino a mercoledì sera. La cerimonia di inumazione dovrebbe appunto svolgersi a metà di questa settimana, ha fatto filtrare la tv Bfm, ma il sindaco di Douchy Abel Martin ha chiarito che questo sarà possibile con il benestare dei figli Anthony, Anouchka e Alain-Fabien: uniti nel lutto ma divisi su tutto il resto, dalle valutazione sullo stato di salute e la lucidità del padre fino ai diritti di eredità, su cui si è scatenata una battaglia legale.
In attesa che si sciolga il nodo dei funerali, i francesi per il secondo giorno consecutivo hanno proseguito nel pellegrinaggio a Douchy per deporre fiori davanti alla tenuta. Un’oasi di pace, dove il Gattopardo ha vissuto per 50 anni con le sue compagne, prima Mireille Darc e poi Rosalie van Breemen. Nella villa ha abitato per tantissimo tempo anche la controversa Hiromi Rollin, al fianco della star come badante e che si è attribuita anche il ruolo di partner. Mai accettata dai figli dell’attore, perché sospettata di circonvenzione di incapace, e cacciata da Douchy nell’estate del 2023. E che adesso, dalle colonne del Figaro, ha denunciato: «Non mi hanno nemmeno permesso di dirgli arrivederci».
Che l’aura di Delon andasse ben oltre i confini nazionali è dimostrato dall’ampio spazio che i media di tutto il mondo hanno dedicato alla sua scomparsa. Dagli Stati Uniti all’Italia, dove è stato protagonista soprattutto agli inizi della sua carriera, fino al Giappone. «Era idolatrato per il suo fascino e la gestualità» davanti alla macchina da presa, ha sottolineato l’emittente pubblica Nhk.
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